Avellino – “Il Cdr è aperto”. E’ la lapidaria affermazione di Michele Caso della Cisl raggiunto telefonicamente a pochi minuti dall’indiscrezione giunta agli organi d’informazione. Infatti, l’ufficialità da parte dell’Avellino Servizi Ambientali non è giunta almeno fino alla tarda mattinata, a differenza di ieri pomeriggio che con una e-mail di poche righe la società di Viale Italia aveva diffuso la notizia ‘limitandosi’ alle informazioni in suo possesso. Era stato infatti Michele Caso a precisare il perché della chiusura “…per carenze evidenziate nel corso degli accertamenti da parte dei Vigili del Fuoco nel sistema antincendio posto a ‘tutela’ del piazzale che occupa le balle dei rifiuti. Motivo che ha reso necessaria l’apposizione dei sigilli. Oggi, a distanza di poche ore, il nuovo provvedimento che prevede la riapertura dell’impianto di Pianodardine”. Intanto, l’Asa S.p.A. questa mattina non ha potuto procedere, come aveva preannunciato, alla raccolta dell’immondizia accumulata nei cassonetti dei comuni serviti. Un episodio che aggrava ancor di più già la difficile situazione che ormai si registra da settimane: i compattatori dell’azienda di Viale Italia non solo ieri non hanno potuto sversare al Cdr ma restano in coda davanti ai cancelli dell’impianto insieme agli altri mezzi provenienti dall’hinterland napoletano che stanno sversando ad Avellino come conseguenza della chiusura dei Cdr di Giugliano e di Tufino. Insomma, la riapertura dello stabilimento del Nucleo Industriale non risolve nulla… se non solo parzialmente. Secondo indiscrezioni, che possono trasformarsi in dati ufficiali recandosi davanti al Cdr, l’emergenza rifiuti non è ancora scongiurata anzi potrebbe esplodere da un momento all’altro. (emil.bol.)
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