Avella – “C’è il massimo riserbo sull’attività investigativa che per il momento ha portato all’arresto di due 55enni di Baiano”. E’ stata l’affermazione del Tenente Rosario Basile, della Compagnia dei Carabinieri di Baiano, a poche ore dall’esecuzione dei provvedimenti di custodia cautelare in carcere emessi dal Tribunale di Avellino su richiesta del Sostituto Procuratore Santoro. L’attività, che per il momento ha posto fine all’agire dei due usurai, è scattata circa sei mesi a seguito di contatti ‘porta a porta’ posti in essere dai Carabinieri nei confronti di tutti gli esercenti del Mandamento. Uno specifico servizio che inizialmente si è dovuto scontrare con l’indifferenza di molti commercianti… ma i Carabinieri non si sono scoraggiati ed hanno intensificato i controlli. Ed è stato proprio durante l’espletamento del ‘porta a porta’ che gli uomini del Capitano Massimo Buonamico e del Tenente Rosario Basile hanno avuto il sentore che qualcosa stava accadendo… e visti i risultati ottenuti hanno avuto ragione. Hanno infatti scoperto un vero e proprio giro di usura nel quale era caduto un commerciante di Avella. Secondo quanto è emerso dall’attività investigativa l’esercente, per scongiurare ormai un fallimento certo, si era consigliato con un suo amico per chiedere un aiuto. Detto fatto: immediatamente il confidente si era mostrato disponibile a dargli una ‘mano’ mettendolo in contatto con un suo conoscente. Dopo l’incontro, il commerciante era riuscito ad ottenere la somma della quale necessitava, ovvero 3mila e 500euro in contanti. Un prestito per il quale ha dovuto sottoscrivere alcune cambiali e ‘staccare’ degli assegni postdatati come garanzia della restituzione del denaro. Dopo alcuni mesi, i 3mila e 500euro sono stati recuperati dal creditore ma al momento della consegna il 55enne di Baiano ha preteso anche gli interessi, che nell’arco temporale di 24 mesi hanno fruttato al creditore ben 4mila e 500euro. Solo in quel momento il commerciante si è reso conto di essere tra le mani di un ‘cravattaro’. Un usuraio che divideva gli utili dell’attività illecita proprio con il suo confidente. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, anche attraverso intercettazioni ambientali, il tasso d’interesse applicato dai ‘cravattari’ si aggirava tra il 70 e l’80 per cento ed era sempre accompagnato da cambiali e da assegni firmati da coloro che cadevano nella morsa degli usurai. “I due 55enni – ha spiegato il Tenente Basile – non erano soliti minacciare le loro vittime. Non si sarebbero evidenziati, secondo quanto è emerso fino ad oggi dall’attività degli inquirenti, né avvertimenti né incendi o atti intimidatori. Preferivano esercitare una costrizione psicologica che comunque dava i frutti sperati, ed il caso del commerciante di Avella lo attesta”. L’indagine è scattata da circa sei mesi ma si è basata su un’attività illecita che durava, per quanto riguarda l’esercente di Avella, sin dal maggio del 2004: due anni di costrizione psicologica e di indebitamenti per potersi ‘liberare’ dalla grinfie degli usurai ma che, purtroppo, ha comunque assicurato la somma di circa 8mila euro ai due 55enni di Baiano. Come ha spiegato il Tenente Basile, l’inchiesta è tuttora in corso e non si escludono nuovi sviluppi. Ora al vaglio degli inquirenti vi è la possibilità di scoprire altre vittime anche grazie alle cambiali, agli assegni e ai carnet sequestrati all’alba dai Carabinieri nelle abitazioni dei due cravattari che si trovano reclusi nella Casa Circondariale di Bellizzi Irpino a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente: devono rispondere di usura in concorso. (di Emiliana Bolino)
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