Savignano Irpino – “Una scelta dura e per tanti aspetti dolorosa. Ma necessaria”. E’ con questi presupposti che il Comune di Savignano Irpino si appresta a decidere sul proprio destino. Un futuro legato al sottile filo del referendum dell’11 e 12 giugno. Più che una decisione, una risposta, aspra e necessaria, che la comunità locale ha voluto dare ad una terra che ha ampiamente dimostrato di “… non esserle madre ma matrigna”. Una questione, quella relativa al passaggio al territorio pugliese, avviata all’indomani della decisione assunta, dalla Provincia prima e dal Commissariato poi, per realizzare in Contrada Ischia una discarica di fos e sovvalli. La terza in territorio ufitano. “E’ stato allora – ha ricordato il sindaco Oreste Ciasullo – che la popolazione ha deciso di assumere una posizione dura ed inoltrare la richiesta. Una richiesta approvata in Consiglio sottoposta all’attenzione della Corte di Cassazione che l’ha evidentemente accolta”. Una procedura di rito oggi giunta a scadenza e che lascia in molti l’amaro in bocca. Numerosi, infatti, sono stati gli interventi diretti ad evidenziare una forma di “… disinteresse della politica locale nei confronti di un territorio costretto ad assumere posizioni estreme”. Insomma, le ‘cose’ di casa nostra sembrano in un certo qual modo aver distolto l’attenzione rispetto a Savignano, ricordata, come precisa il primo cittadino, “… solo in circostanze negative”. “Ho condiviso – ha continuato Ciasullo – l’impegno manifestato da alcuni esponenti irpini che hanno chiaramente tentato di concentrare l’attenzione sul referendum e soprattutto su un passaggio reso necessario da una serie di contingenze tutt’altro che volute. Volevamo sollevare un campanello d’allarme affinché questa zona non restasse nell’oblio e non venisse ricordata soltanto per la costruzione di discariche. Oggi, l’unica presa d’atto che possiamo registrare è il prosieguo di un disinteresse di cui avevamo già avuto dimostrazione”. Fatto sta che questo fine settimana sarà il banco di prova di una Irpinia che assiste, si spera non inerme, alla modifica del proprio territorio. E tra le righe forse la comunità di Savignano lancia il suo ultimo appello. Un modo per “… riacquistare una dignità calpestata e non essere costretti a valutare gli aspetti positivi di una scelta comunque dolorosa”. (m.d.p.)
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