Roma – Alle 16.02 l’atterraggio del C130: l’Irpinia unita nel dolore

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Roma – La vedova del Capitano Nicola Ciardelli è partita questa mattina da Via Romagnoli per raggiungere la Capitale. Giovanna Netta, accompagnata dai suoi genitori e insieme alla psicologa dell’Esercito, il Tenente Mara Sampietro che le è accanto dal giorno della tragedia, ha preso posto a bordo di una vettura di servizio del 232mo Reggimento Trasmissione della Caserma “Berardi”. Con lei anche il piccolo Niccolò al quale, in queste ore di forte dolore, si aggrappa per darsi forza. Dopo sette ore, alle 16.02 il C130 dell’Aeronautica militare con a bordo il Capo del Comando Operativo di Vertice Interforze generale Fabrizio Castagnetti, partito dall’aeroporto di Tallil, è atterrato a Ciampino. Prima della partenza, a Camp Mittica, sede del contingente italiano in Iraq, c’é stato l’ultimo commosso saluto ai tre caduti da parte dei compagni e anche delle massime autorità irachene della provincia di Dhi Qar. Oltre al picchetto interforze italiano, anche un picchetto dell’Esercito iracheno ha reso omaggio ai tre feretri avvolti nel Tricolore. Intanto, nella Capitale si sono tornati a vivere i momenti di dolore di quando, il 15 novembre di tre anni fa rientrarono a Roma le salme di 19 militari uccisi nell’attentato alla Caserma di Nassiriya. Alle 16.10 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha preso per mano la vedova del Capitano (promosso Maggiore il 26 aprile scorso) Nicola Ciardelli e si è avvicinato all’aereo. La salma del Capitano, avvolta nel Tricolore, è stata la prima a scendere dal C130: ad accogliere il feretro, portata a spalla da sei paracadutisti, sono stati la moglie Giovanna, il padre Stefano, la madre Antonella e la sorella Federica. Al loro fianco le psicologhe dell’Esercito. Il Tenente Mara Sampietro, come abbiamo potuto vedere dalle immagini trasmesse nell’edizione straordinaria del Tg1, non ha mai lasciato la vedova Ciardelli. Subito dopo sono scese le bare di Carlo De Trizio e Franco Lattanzio, i Marescialli Aiutanti dell’Arma caduti a Nassirya, portate a spalla dai Carabinieri. Un doloroso silenzio ha fatto da cornice all’aeroporto di Ciampino presidiato come non mai dalle Forze dell’Ordine. Gli onori militari sono stati resi da una compagnia d’onore dell’Esercito e il trombettiere appartenente all’Arma. Schierati in picchetto cinque plotoni in rappresentanza dell’Esercito, della Marina, dell’Aeronautica, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Ad accogliere i tre caduti un’Italia unita nel dolore. Il Capitano Ciardelli aveva portato con sé in missione una tutina ed un detergente che veniva usato per il suo bambino: oggetti cari che gli ricordavano il piccolo Niccolò, il suo odore… e la moglie quasi tutti i giorni via e-mail gli inviava le foto del bambino che era riuscito a tenere stretto tra le braccia solo per pochi giorni prima di partire per la missione. Un abbraccio silenzioso e composto per tre eroi che hanno pagato con la propria vita il lavoro dei nostri militari impegnati nella missione di pace in Iraq. Una dedizione tale fino all’estremo sacrificio. “Nicola è morto per la pace” ha dichiarato la vedova Ciardelli. “Nicola era nell’Esercito non per fare la guerra ma la pace”. Il Capitano Nicola Ciardelli è ritornato in Patria ma in una bara avvolta dal Tricolore segno del suo sacrificio per un popolo dilaniato dal terrore e dal terrorismo. I tre caduti sono stati salutati dal presidente della Repubblica che ha posato le mani, commosso, sulle bare e dai reparti schierati delle Forze Armate che hanno intonato il Silenzio mentre il Monsignor Angelo Frigerio, ispettore per l’Esercito dell’Ordinariato militare italiano, ha benedetto le salme. Momenti toccanti a tratti strazianti. Quaranta minuti di dolore che hanno scandito il corteo funebre: dopo l’ultimo saluto le bare del Capitano Nicola Ciardelli e dei Marescialli Carlo De Trizio e Franco Lattanzio hanno lasciato l’aeroporto di Ciampino in direzione dell’Istituto di Medicina Legale La Sapienza dove sarà svolto l’accertamento medico-legale. (di Emiliana Bolino)

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