Avellino – Tutelare e conservare il bene idrico locale in nome delle future generazioni e garantire la fruizione nel tempo di un patrimonio ambientale integro. La prima conferenza annuale dell’acqua, promossa dall’Ato 1 Calore Irpino svoltasi questo pomeriggio presso la sala convegnistica della Camera di Commercio di Avellino si affaccia su temi importanti. Invitato al tavolo del dibattito “Tutela, valorizzazione e affidamento del servizio, territori a confronto” un parterre di alta levatura locale, regionale e nazionale: i presidenti delle Province di Avellino e Benevento, Alberta De Simone e Carmine Nardone, i presidenti Ato Sardegna, Luigi Piano, Ato Torinese, Dorino Piras, Ato 3 Medio Valdarno, Luigi Baggiani (in sala anche, tra gli altri, il presidente Ato Napoli, Silvio Sarno, presidente Unione Industriali, Lello De Stefano, ex presidente Ato, Enrico Ferrara, segretario provinciale Cisl, numerosi esponenti politici e sindaci irpini). Assente il Governatore della Campania Antonio Bassolino, impegnato sul fronte rifiuti, rappresentato in sala dall’assessore regionale all’Ambiente e al Ciclo integrato delle acque, Luigi Nocera. Dopo i saluti istituzionali del primo cittadino di Avellino, Giuseppe Galasso, la relazione del presidente dell’Ente d’Ambito Irpino-Sannita, Pasquale Giuditta, mette subito l’accento su temi di grande attualità, che si intendono affrontare annualmente in alternanza con la sede beneventana. In primis, l’impegno profuso in direzione della salvaguardia idrica territoriale, l’istituzione della Biblioteca dell’acqua, che si propone come primo esempio in Irpinia sulla scia del modello americano, la promozione di borse di studio e concorsi in vista di una campagna di sensibilizzazione che coinvolga scuole, cittadini e istituzioni. In linea poi con gli indirizzi programmatici dettati dal Cda e dall’Assemblea dei sindaci lo scorso 31 ottobre, primo obiettivo strategico dell’Ato Calore Irpino è la difesa e la valorizzazione di un territorio “principale bacino idrico del Mezzogiorno, che vede destinato il 70 per cento della propria dotazione alla Regione Puglia e alla zona metropolitana di Napoli: solo sfruttamento senza tutela”. “Siamo quasi al disastro ambientale – continua Giuditta – un danno minacciato ulteriormente dalle procedure di appalto di opere come il raddoppio della Pavoncelli e la potabilizzazione della Diga di Conza”. Ma, quello su cui più si concentra l’attenzione dell’Ente, al momento, è la realizzazione di quel soggetto voluto di natura pubblica a cui affidare la gestione del servizio idrico integrato dell’Irpinia e del Sannio: “Come Ato 1 – spiega Giuditta – abbiamo avviato le procedure per l’affidamento diretto scegliendo la soluzione del pubblico in un’ottica di qualità, trasparenza ed efficienza, che tenga conto della partecipazione dei cittadini”. Un nuovo modello, avallato da tutti gli addetti ai lavori del tavolo, che necessita però di una riorganizzazione del pubblico in termini aziendali “al fine di garantire lo sviluppo dei servizi, l’abbattimento dei costi e la riduzione della tariffa”. Una gestione che vede dunque nell’Ato la cabina di regia programmatica e di controllo. Di qui, come sottolinea il presidente del Sannio, Nardone, la necessità di puntare con grande insistenza su innovazione e ricerca. E’ la presidente De Simone a richiamare altresì l’importanza di tutelare e valorizzare il territorio irpino, provincia del vino, terra dalle grandi vocazioni naturalistiche, ricca fonte di risorse invidiate. Senza tralasciare gli imminenti scenari dell’Accordo di Programma -che vede in sinergia Ato 1, Regioni Campania e Puglia con il Ministero delle Infrastrutture per bloccare i trasferimenti idrici indiscriminati- che ricorda l’assessore regionale Nocera: “In questi giorni si sta avviando a soluzione il problema con l’acquedotto pugliese. Per la prima volta si apre uno scenario di grande rispetto nella gestione dell’approvvigionamento idrico”. Sul modello pubblico della gestione, invece: “Pubblico sì – conclude Nocera – ma in termini di efficienza, economicità ed uguaglianza nei confronti di quello che è un diritto dei cittadini verso un bene primario quale è appunto l’acqua”. (di Antonietta Miceli)
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