La città di Avellino, purtroppo, è nuovamente invasa dai rifiuti e a nulla valgono le continue sollecitazioni per la partenza di un piano strategico ed efficiente che dimezzi l’emergenza e che, con un oculata programmazione, porti la città e la provincia ai livelli di città dell’Italia del nord. Da qui l’intervento del presidente cittadino di Fare Verde, Pasquale Matarazzo. “Senza una buona differenziata non si può avviare alcun rifiuto all’inceneritore, nel quale deve entrare solo il secco o umido che non contenga plastica o altri materiali che causino emissioni di polveri e quindi la temuta diossina, inquinante che si decompone nei suoi elementi base a causa delle elevate temperature del termovalorizzatore, non si riducono invece le emissioni di CO2 che si accompagnano ad ogni processo di combustione in cui sia coinvolto l’elemento carbonio, comunque meglio delle discariche che sottraggono territorio, inquinano falde acquifere e la cui decomposizione permanente è causa di tumori. A nulla servono, purtroppo, gli esempi dei comuni limitrofi, come il comune di San Michele di Serino dove la percentuale dei rifiuti differenziati ha raggiunto il 73,5 per cento con ricadute positive sulla tariffa urbana dei rifiuti. Si tratta di un risultato che colloca il piccolo comune alle porte di Avellino tra i primi in Italia per la raccolta differenziata. Penso che il punto di forza del Piano di rifiuti sia l’introduzione della tariffa che premia economicamente famiglie ed aziende che riducono la propria produzione di rifiuti e che praticano la raccolta differenziata, finalizzata al riciclo, al compostaggio domestico degli scarti di cucina e gli sfalci di potatura. Con l’introduzione della tariffa, al posto dell’attuale Tassa sui Rifiuti, si mette in modo un circuito virtuoso: i consumatori, anche a parità di prezzo, sceglieranno prodotti con meno imballaggi, perché questi incideranno meno sulla loro “bolletta” dei rifiuti e, a seguito di queste scelte, le aziende si metteranno in concorrenza per offrire ai clienti beni e servizi finalizzati a produrre meno rifiuti e a facilitare il riciclaggio dei materiali post consumo. L’ importanza della tariffa sul successo del compostaggio domestico, scelta tra l’altro strategica per ridurre la produzione di rifiuti del 15 per cento, é testimoniata da studi condotti dalla comunità europea. Dall’indagine si è potuto confermare che il numero di famiglie che mette in pratica il compostaggio domestico aumenta in proporzione alla riduzione della tariffa e quando questa raggiunge il 40 % , oltre l’80 % delle famiglie interessate ha aderito alla proposta di compostare in proprio gli scarti di cucina e del giardino. In questa situazione, i comuni che hanno partecipato a questa sperimentazione, di fatto, non hanno più frazione umida da raccogliere e da smaltire determinando interessanti risparmi alle casse comunali, in quanto si riduce drasticamente il numero e la frequenza del ritiro dei cassonetti, come pure la loro pulizia periodica che anche essa ha un costo”.
Redazione Irpinia
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