Per la prima volta ad Avellino il flash mob degli studenti irpini

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Gli studenti si mobilitano contro il riordino dei cicli da poco approvato nel consiglio dei ministri. Anche ad Avellino è stato realizzato il primo flash-mob. Una manifestazione che dura pochi istanti o minuti, convocata attraverso un passa parola telematico. In sostanza nessuno sa in cosa consista finché non accade. Di solito la gente è convocata in un posto preciso dove trova qualcuno che gli dà le istruzioni per lo svolgimento dell’happening. Al segnale convenuto, il tutto accade: decine e decine di persone, contemporaneamente fanno tutte la stessa cosa, invadendo pacificamente un certo luogo (simbolico per il senso della manifestazione).

Ed è proprio questo che, il 6 marzo alle 19.00, è accaduto per la prima volta nel luogo principale della città Corso Vittorio Emanuele. L’evento, organizzato dall’Unione degli Studenti Avellino, si è svolto nell’arco di una decina di minuti: gli studenti, che indossavano delle magliette sulle quali campeggiavano diversi slogan (né rossa, né nera, la scuola è la nostra bandiera, Vogliamo una scuola pubblica, non ci avrete mai come volete voi, Stand up for your rights e tanti altri), hanno cominciato a camminare disordinatamente tra i passanti con dei libri scolastici in mano, quando ad un certo punto tutti si sono fermati e sono stati urlati alla folla, che intanto si era radunata, tutte le recriminazioni degli studenti circa la scuola, dall’edilizia scolastica, al diritto allo studio, finendo con un grande urlo liberatorio e concludendo con: “Noi vogliamo sapere!”

“Questo è l’ennesimo atto degli studenti irpini – fanno sapere gli studenti – dopo le mobilitazioni autunnali e gli striscioni piazzati davanti alle scuole la settimana scorsa, per dimostrare il loro dissenso verso le politiche di questo governo che sta riorganizzando la scuola pubblica, riducendola ad un’azienda. Gli studenti hanno dimostrato che non si sono ancora arresi e che continueranno a far sentire la propria voce finché non verranno ritirate le proposte del ministro Gelmini e il Pdl Aprea, e non si incomincerà a discutere di riforme che siano a misura di studente, a cominciare dall’ormai decennale proposta di un biennio unitario per le superiori, all’istituzione di un fondo straordinario per l’edilizia scolastica fino alla redazione di una legge quadro nazionale sul diritto allo studio; non più quindi una legge finanziaria, ma una vera e propria Riforma degli studenti, per gli studenti. Infatti, la nostra non è una lotta all’innovazione, al cambiamento, ma è uno scontro ormai perpetuatosi negli anni, perchè le poche volte in cui si mette mano al sistema scolastico, lo si fa senza partire dalle persone che la scuola la vivono giorno per giorno, non si parte da professori e studenti, bensì da chi è lontano da questa realtà. Così calandoci dall’alto provvedimenti di vario genere che vanno contro le nostre reali esigenze, non possiamo che dissentire, non essendo come sempre, stati consultati. Quest’ultimo provvedimento poi insieme a quelli precedenti, non solo mira alla distruzione della scuola pubblica, ma anche alla specificità dei licei, tecnici e professionali, che vengono svuotati della propria essenza, e il risultato sarà come diceva uno degli slogan che “se ci vogliono ignoranti ci avranno ribelli”, perché con questa mobilitazione vogliamo appunto dimostrare che siamo noi i protagonisti della scuola, e non si possono prendere decisioni su di essa, prescindendo dalla rappresentanza studentesca”.

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