Martedì 12 novembre, Mattia, Paolo e Carmine, tre ragazzi di 14 anni di Pratola Serra, hanno compiuto un gesto esemplare che non dovrebbe passare inosservato. Mentre viaggiavano sul bus Air delle 7 per raggiungere le scuole ad Avellino (l’Itis Guido Dorso e l’Istituto Alberghiero), hanno trovato un portafoglio contenente molto denaro contante, carte di credito e documenti di identità appartenenti a un uomo di nome Mohamed. Senza esitazioni, i tre ragazzi hanno consegnato il portafoglio all’autista del mezzo, fiduciosi che sarebbe stato restituito al legittimo proprietario.
Nonostante la prontezza e la buona volontà dei ragazzi, i giorni successivi hanno sollevato interrogativi tra loro e le loro famiglie. L’autista, infatti, non ha chiesto i nomi dei giovani né ha permesso che contattassero i Carabinieri direttamente, assicurando che avrebbe gestito la situazione con l’azienda di trasporti Air.
Solo dopo quattro giorni si è saputo che il portafoglio è stato consegnato in questura dai dipendenti Air, dove la Polizia è riuscita a rintracciare il proprietario, Mohamed. L’uomo, al momento fuori città, si recherà presto in questura per ritirare il portafoglio e, si spera, incontrare personalmente i ragazzi per ringraziarli.
Nonostante l’epilogo positivo, l’attenzione verso il gesto dei tre giovani lascia perplessi. Ad eccezione dell’amministrazione comunale di Pratola Serra, che ha pubblicato un post di ringraziamento sui propri canali social, nessuna altra istituzione, né scolastica né locale, ha reso omaggio pubblicamente all’onestà e al senso civico di Mattia, Paolo e Carmine.
Il giornalista Enzo Costanza, che ha seguito e raccontato la vicenda, ha sottolineato l’importanza di dare visibilità e valore a gesti simili, soprattutto quando provengono dai giovani. “Solo poche settimane fa,” si legge, “tre ragazze protagoniste di un gesto simile hanno ricevuto premi ed elogi pubblici: perché questo non sta accadendo per i ragazzi di Pratola Serra?”
I gesti di onestà e altruismo, specie da parte delle nuove generazioni, dovrebbero essere celebrati, non solo per premiare chi li compie, ma anche per ispirare comportamenti simili nel resto della comunità. È lecito chiedersi perché né le scuole né altre istituzioni locali abbiano ancora preso posizione per valorizzare l’integrità di questi ragazzi.
Ci auguriamo che la storia di Mattia, Paolo e Carmine non passi inosservata e che ricevano presto il giusto riconoscimento. Anche un piccolo gesto da parte delle autorità o delle loro scuole potrebbe rappresentare un grande messaggio di incoraggiamento e civiltà per tutti.
Fonti: #CiVuoleCostanza