Abuso d’ufficio, il Tribunale rinvia in attesa della Consulta: slitta lo stralcio per Aufiero

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AVELLINO- In attesa della decisione della Consulta sulla legittimita’ costituzionale de  dell’ abrogazione dell’ articolo 323 del codice penale (abuso d’ufficio) anche ad Avellino il Tribunale opta per un rinvio in attesa della Corte Costituzionale, alla luce degli orientamenti giurisprudenziali sul tema, dopo che alcuni Tribunali (tra cui Catania e Firenze) hanno sollevato l’eccezione. La decisione attesa di stralcio della posizione dell’ex sindaco Antonio Aufiero, insieme ad altri amministratori di Pratola Serra nel processo per la struttura modulare e’ dunque slittata al 25 febbraio 2025. In aula, davanti al Collegio presieduto dal giudice Roberto Melone, nel corso dell’udienza interlocutoria  l’avvocato Alberico Villani, ha sollecitato lo stralcio delle posizini collegate al reato abrogato, in quanto l’ articolo 129 del codice di procedura penale dispone l’ immediata declaratoria del caso di non punibilità nel caso di reato improcedibile. Una richiesta a  cui si sono associati tutti gli altri difensori. Ad opporsi, chiedendo un rinvio in attesa della Consulta il legale di parte offesa, l’avvocato Giovanni Rizzi Ulmo, che difende il Comune di Pratola Serra. Dopo una breve camera di consiglio il Tribunale ha deciso di rinviare in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale. Anche il penalista Gaetano Aufiero e’ intervenuto a verbale per esprimere il dissenso rispetto alla scelta di rinviare lo stralcio e il proscioglimento. Sottolineando come quella adottata dal Collegio sia una scelta “Non del tutto rituale, senza sollevare una questione, perché delle due l’ una: o viene sollevata l’ eccezione di costituzionalità o si fa il processo. Per cui si lascia in attesa quando gli imputati saranno sicuramente prosciolti. La mia non condivisione perché credo sia prevalente l’interesse dell’imputato”. Il presidente Melone ha pero’ sottolineato: “Premesso che non abbiamo sospeso e non c’è necessità di trasmettere gli atti alla Corte Costituzionale, confermiamo ordinanza e rinviamo all’istruttoria”.