VIDEO/ “Festa non doveva essere arrestato. Ma meglio se evita il Comune”

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“Gianluca Festa non doveva essere arrestato, ma meglio se evita il Comune”. E’ solo un passaggio di una molto più elaborata e lunga conferenza stampa tenuta dai difensori di fiducia dell’ex sindaco, gli avvocati Luigi Petrillo e Dario Vannetiello. L’ex Presidente della Camera Penale Irpina chiarisce che il suo assistito è un uomo libero, quindi può ambire a qualsiasi ruolo istituzionale, tuttavia per “garbo” e “perché una parte delle ordinanze si basa sull’ipotesi di reiterazione del reato” è meglio “se evita di frequentare Palazzo di Città”. Il nome di Festa, alla luce della sua liberazione, era circolato nelle ultimissime ore come papabile a ricoprire il ruolo in Giunta di delegato alla Cultura. Incarico che tuttavia il suo legale gli sconsiglia di ricoprire.

Ma la mattinata di oggi è dedicata soprattutto al commento della sentenza della Suprema Corte di Cassazione che ha annullato le ordinanze di misure cautelari. “Festa è l’unico italiano che nello stesso giorno ha ottenuto due annullamenti davanti la Suprema Corte senza nemmeno l’esigenza del rinvio ai giudici territoriali. Non è un risultato straordinario, ma unico nella storia italiana” chiarisce il cassazionista Dario Vannetiello. Ad ascoltare con attenzione i legali, oltre ai giornalisti presenti, una folta platea. Accanto a Festa, seduto in prima fila, c’è il fratello minore Danilo, più indietro il Presidente del Consiglio Comunale Ugo Maggio. Non mancano gli attestati di affetto all’ex sindaco: proprio durante la conferenza una commerciante della zona raggiunge la prima fila per abbracciare Festa. “Per me è ancora sindaco” sottolinea Vannetiello, motivando così: “La Suprema Corte di Cassazione che controlla l’operato dei giudici in Italia ha stabilito che non doveva essere arrestato, quindi sarebbe stato ancora sindaco”. Sul caso del pc sparito i due legali forniscono la loro versione: “Quando Festa avrebbe smontato il computer non temeva l’indagine, perché la perquisizione è avvenuta due mesi dopo. Che fine abbia fatto ora il pc? Non siamo tenuti a rispondere, né noi né Festa” glissano Vannetiello e Petrillo.

Quest’ultimo però ci tiene a sottolineare quando la sentenza della Cassazione rappresenti “un punto cruciale per la difesa di Festa. La vicenda giudiziaria che va avanti da sei mesi – spiega – aveva visto vincente la narrazione dell’ufficio della Procura, ora è probabile che si debba ricominciare tutto dall’inizio”. Nessun rito abbreviato dunque. Ora si attendono le motivazioni della sentenza, attese da qui a un mese. “Se anche le intercettazioni sono state annullate perché illegittime, il processo avrà poco materiale di cui occuparsi” nota Petrillo. Intanto l’ufficio di Procura – come ribadito dai due legali – potrà continuare le sue indagini: “E’ nella loro facoltà” affermano i difensori di Festa.