Corsi fantasma all’ Alto Calore, solo Trasi risponde ai pm: Ciarcia e Santoli rinunciano

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AVELLINO- L’unico indagato nel filone bis dell’ inchiesta sui presunti “corsi fantasma” all’ Alto Calore ad aderire alla richiesta di interrogatorio e’ stato questa mattina l’ ex funzionario dello staff dell’amministratore unico all’epoca dei fatti contestati (ovvero Michelangelo Ciarcia), comparendo, accompagnato dal suo difensore, l’ avvocato Marino Capone, davanti ai sostituti Vincenzo Russo e Luigi Iglio, che hanno firmato gli inviti a comparire notificati dai militari del Nucleo Pef della Guardia di Finanza di Avellino. All’uscita dall’interrogatorio e’ stato il suo difensore a spiegare il motivo della scelta da parte del suo assistito: “Trasi ha ritenuto di aderire alla richiesta del magistrati del pubblico ministero- ha spiegato l’avvocato Capone- ha voluto chiarire la sua posizione. Chiaramente sul contenuto dell’interrogatorio nulla posso riferire, ma credo che abbia fornito anche degli spunti investigativi che potranno formare oggetto di riscontro da parte degli inquirenti”. Ha presenziato ma scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere invece Raffaele Castagnozzi, procacciatore per conto della società che avrebbe falsamente attestato la regolare esecuzione dei corsi, difeso dall’avvocato Angelo Leone. Rinuncia a comparire davanti ai pm avellinesi per l’ex amministratore unico di Alto Calore, Michelangelo Ciarcia, difeso dall’avvocato Nello Pizza, che all’uscita da Palazzo di Giustizia ha spiegato il perché della scelta da parte del suo assistito: “L’ex Presidente di Alto Calore ha sempre dimostrato grande disponibilità nel rispondere alle domande degli inquirenti. In questa fase, tuttavia, non riteniamo possibile fornire una risposta, in quanto dobbiamo prima prendere visione degli atti relativi a questo secondo filone d’indagine, che, peraltro, è collegato al primo. Al momento, non intendiamo presentarci proprio per questo motivo; è evidente che abbiamo bisogno di avere una comprensione più completa della vicenda, così da poter intervenire in maniera precisa e puntuale sulle richieste future. Ora dobbiamo attendere che la Procura ci comunichi quali saranno i prossimi sviluppi. Da parte del Dott. Ciarcia c’è la massima fiducia nella magistratura e, naturalmente, la piena disponibilità a chiarire la propria posizione”. Rinuncia a comparire anche per Gerardo Santoli, difeso dall’avvocato Luigi Petrillo.

L’INDAGINE
Le ipotesi a vario titolo contestate provvisoriamente ai quattro indagati sono per l’ex amministratore unico di Alto Calore Michelangelo Ciarcia, accusato in concorso con Pantaleone Trasi quella di malversazione di erogazioni (316 bis cp) e anche di altri reati. Contestata anche agli stessi Ciarcia e Trasi in concorso con Raffaele Castagnozzi e Gerardo Santoli l’ipotesi di reato di tentata truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. In buona sostanza avrebbero tentato di ottenere il saldo del contributo, tentando di indurre in errore l’ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) producendo, in allegato alla richiesta di saldo la documentazione inerente allo svolgimento dei corsi “Project Manager’ per 42 dipendenti dell’Alto Calore, “Tecnico Esperto del controllo qualità” per 23 dipendenti dell’ Alto Calore, “Modulo Di Pianificazione e Avvio Del Progetto’ per 36 dipendenti dell’ Alto Calore secondo le accuse di Procura della Repubblica e Guardia di Finanza mai realmente svoltisi, insieme agli “attestati finali di messa in trasparenze delle competenze” rilasciati dalla CAT Servizi alle imprese srl, rappresentata legalmente da Gerardo Santoli. Per gli investigatori avrebbe partecipato anche Trasi, addetto alla Segreteria – staff- del Presidente che, insieme all’ amministratore del quale era stretto collaboratore, materialmente intratteneva i rapporti con Castagnozzi Raffaele, procacciatore e intermediario della società CAT Servizi alle Imprese che provvedeva all’organizzazione e allo svolgimento dei corsi di formazione mai in realtà frequentati dai dipendenti, comparente tra i frequentatori dei corsi mai svoltisi, partecipante attivamente alla gestione della pratica inerente alla richiesta di saldo inviata ad ANPAL. E con il concorso di Santoli Gerardo, rappresentante legale della CAT Servizi alle imprese srl, che rilasciava i falsi attestati finali di messa in trasparenze delle competenze necessari per la richiesta del saldo del contributo. L’ANPAL non avrebbe però concesso il saldo finale.
Sempre a Gerardo Santoli la Procura contesta anche l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Michelangelo Ciarcia risponde dell’utilizzo delle fatture per operazioni inesistenti per evadere le imposte, in qualità di amministratore unico di Alto Calore. Infine, come nella precedente indagine sulla società di Corso Europa, anche in questo caso si contesta il peculato nella forma per “distrazione”. Si tratta della seconda inchiesta relativa alla gestione dei corsi di formazione all’ Alto Calore