Cordova, l’ex pm Itri: uomo libero, preparato e di grande ironia

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L'ex pm antimafia Paolo Itri

NAPOLI- “Ho il ricordo di un uomo con un senso innato della Giustizia, una grande preparazione, che ho sperimentato direttamente e anche uno spiccato senso dell’umorismo”. Nella mente di Paolo Itri, oggi alla guida di una sezione della Giustizia Tributaria e scrittore, fino a qualche mese fa pm della Direzione Nazionale Antimafia, la notizia della morte dell’ex Procuratore Agostino Cordova ha fatto rivivere come in un film tutti i momenti condivisi con quel giudice che nell’immaginario collettivo e’ stato descritto come severo e poco incline all’umorismo. Tanti aneddoti, molti dei quali gia’ richiamati nel suo “Monolite”, un viaggio nella storia della Magistratura italiana in cui proprio Cordova viene richiamato spesso. “Era un uomo libero” ricorda Itri, tornando al giorno di ventitre’ anni fa, quando venne scelto per l’incarico alla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nonostante la competizione con magistrati piu’anziani. “Quando entrai in Dda nel 2001 ricordo che c’erano magistrati anziani e io non ero sostenuto da nessuna corrente. Anche lui era un uomo libero, non era legato a nessuna corrente, io ero un giovane magistrato ma avevo già fatto indagini e processi importanti, come quello dei Sarno ed ero stato sostituto alla Procura di Nola. Molti colleghi per questo mi invitavano a desistere: ma ci sta tizio o caio che la fai a fare”. Alla fine pero’, anche per i titoli posseduti, entro’ proprio Paolo Itri. C’e’ anche un magistrato che aveva senso dell’umorismo: “Ho anche un ricordo di una persona che aveva anche un notevole senso dell umorismo- spiega Itri- Quando scoppio’ la famosa vicenda della cosiddetta “rivolta” , non ho mai firmato un documento, che pure mi venivano proposti dai colleghi. Quando scoppio’ il caso della Procura io rilasciati un intervista in cui spiegavo che per me “Cordova era solo un parafulmine”, fui attaccato duramente dai miei colleghi, ricordo ancora il giorno dopo che era estate e che stavo sotto l’ ombrellone e lui mi chiamo’ dicendomi che c’è ne saremmo andati a Roma. Quello che gli è successo è stata una buia della magistratura italiana”. Un magistrato anche di grande preparazione: “Lui faceva numerosi circolari proprio per cercare di dirimere eventuali contrasti legati all’organizzazione dell ufficio. Aveva una elevata preparazione giuridica. All epoca facevo il processo ultimo filone Italgest, quando discutevamo del processo. Ho sperimentato in diverse occasioni il suo senso innato per la Giustizia, non esito’ a schierarsi dalla mia parte”. Nel corso degli anni il rapporto tra il pm e il suo ex Procuratore non si e’ mai affievolito: “Ci sentivamo spesso. Mi ha chiamato dopo che ho pubblicato il libro, dimostrandomi grande affetto e pregandomi di inviargli una copia”.