“Abbiamo destinato alle aree interne un’attenzione politica e programmatica come non si era mai vista da quando si sono insediate le Regioni”. E’ uno dei primi passaggi dell’intervento che stamattina il Governatore della Campania Vincenzo De Luca insieme al presidente della Commissione Trasporti Luca Cascone ed il manager Air Anthony Acconcia ha voluto rappresentare in occasione della consegna di cento nuovi bus per la flotta del trasporto pubblico locale in Campania. “Siamo una regione che ha la memoria corta- ha ammonito il governatore- perché fino a pochi anni fa viaggiavamo su treni che erano carri bestiame e su autobus sgangherati che erano più fermi che in cammino. Oggi possiamo viaggiare su autobus bellissimi, che danno respiro anche all’industria locale, come industria italiana autobus, che vive una situazione di estrema difficoltà e che stiamo cercando di rilanciare sul piano generale. Cento autobus nuovi, un programma di rinnovo della flotta autobus di circa 1600 mezzi nuovi, abbiamo il piano di investimenti più importante nel trasporto pubblico locale insieme alla Regione Lombardia. Ricordiamocelo. Perché queste cose sono frutto dell’impegno di persone che hanno deciso di lavorare per fare della Campania una Regione all’avanguardia e di avere uno sviluppo equilibrato di tutto il territorio. Che poi ogni tanto c’è qualche problema, ma ricordiamoci il lavoro immane che è stato fatto. Un lavoro analogo lo abbiamo impostato per il trasporto su ferro. Avremo centinaia di treni nuovi già oggi. I treni che viaggiano per la convenzione con le Ferrovie dello Stato, sono bellissimi”.
L’OCCUPAZIONE: UNA RIVOLUZIONE, MILLE POSTI SENZA PORCHERIE CLIENTELARI
Il governatore della Campania parla anche dei giovani occupati grazie a quella che ha definito una “rivoluzione” nel trasporto pubblico locale. Mille persone almeno solo per l’Air: “Qui centinaia di nuovi assunti con procedure concorsuali- ha spiegato De Luca- Abbiamo dato lavoro a quasi mille giovani tra diretti ed aziende assorbite. Senza fare porcherie clientelari. Sono andati a lavorare quelli che hanno vinto i concorsi. Bene, questa è un’altra rivoluzione che abbiamo fatto in Campania, sottolineamolo perché altrimenti lo dimentichiamo per strada. Facciamo come i servizi televisivi sulla camorra”.
FINALMENTE ABBIAMO SCOPERTO DA DOVE ARRIVAVANO LE FORMICHE IN OSPEDALE
Il governatore fa riferimento anche alle recente operazione anticamorra contro il clan Contini, che ha fatto emergere interessi sul San Giovanni Bosco da parte degli esponenti del clan: “Sono sette anni che stiamo facendo la battaglia contro la camorra. Il corpo a corpo per buttarli fuori dall’ospedale. Abbiamo dovuto ricordare che è dal 2018 che siamo lì a fare la guerra e cacciare quelli che facevano la gestione abusiva del bar, un parcheggio che non esisteva, a chi faceva di notte i summit della camorra dentro l’ospedale, a chi non voleva le gare di pulizia e a chi ci faceva trovare a gennaio le formiche che passeggiavano sui letti dei pazienti. Adesso hanno capito che le formiche le portavano i camorristi, non erano nell’ospedale”. Ma ha aggiunto De Luca: “E’ la Campania, la trincea istituzionale più difficile da presidiare e da governare”.
FONDI DI COESIONE: SOLO FITTO NON SA DEI DANNI DI UN ANNO DI RITARDO
“Questi bus- ha spiegato De Luca- per metà sono stati finanziati dai Fondi sviluppo e coesione del precedente programma. Voi sapete che in questo momento stiamo facendo una guerra contro i ricatti politici del governo Meloni. Il Piano di Sviluppo e Coesione della Regione Campania, sei miliardi di euro, bloccati da un anno. La metà di questi pullman, 43 o 45 sono stati acquistati con i fondi del precedente programma, attendiamo da un anno che sblocchino l’Accordo di Coesione, sono soldi della Regione, non dello Stato Italiano. Qualche giorno fa il ministro Fitto ha spiegato che il problema non sono i tempi ma il merito. Quando voi accendete un mutuo, un anno di interessi quando lo pagate? E’ l’unico ministro al mondo che non è stato informato che un anno di tempo perso significa che il costo delle opere aumenta di un terzo. Non glielo hanno ancora spiegato. La verità è che pensano di ricattarci: o fate quello che decidiamo noi o blocchiamo tutto”. La risposta del Governatore è chiara: la Campania ricatti non ne subirà mai, mettetevelo in testa:mai”
L’ATTACCO AL GOVERNO: HANNO UN’ALTRA IDEA DELLA DEMOCRAZIA
“Stiamo aspettando che si decidano, rispettando almeno il Tar della Campania, se ne sono infischiati, il Consiglio di Stato, che ha dato come scadenza ultima il 28 giugno per siglare l’accordo di Coesione. Ma siamo arrivati ad una situazione tale in Italia per cui questi se ne infischiano del Tar, del Consiglio di Stato, della magistatura, della legalità, della correttezza istituzionale. Questi hanno un’altra idea della democrazia nel nostro Paese. Lo abbiamo capito qualche mese fa, il 16 febbraio, quando insieme a 550 sindaci e migliaia di persone siamo andati a manifestare a Roma contro l’Autonomia Differenziata e per lo sblocco dei Fondi di Coesione. Quella è stata la prima prova di atteggiamenti “squadristici”. Non se ne sono accorti allora neanche le forze di opposizione. Quando hanno bloccato i pullman dei sindaci all’ uscita dell’autostrada. Li hanno perquisiti ed identificati come se fossero terroristi. Abbiamo trovato le forze dell’ordine in assetto da guerra per non far entrare i sindaci in Via del Corso. Abbiamo trovato le porte dei ministeri sbarrate: una vergogna, mai vista in Italia. Allora abbiamo capito che Governo avevamo di fronte. Poi sono venute le manganellate agli studenti di Pisa, ragazzini di quindici anni. Poi è avvenuta l’aggressione nel Parlamento Italiano ad un parlamentare 5stelle che stava portando la bandiera tricolore al ministro Calderoli. Non era armato, aveva solo la bandiera italiana. E la Meloni ha dichiarato, incredibile a dirsi: non ha subito un’aggressione squadristica, ma ha rimproverato gli aggressori del fatto di aver accettato la provocazione”.
UNA BATTAGLIA PER LA NOSTRA DIGNITA’ E QUELLA DELLE ISTITUZIONI
Allora il senso di una battaglia che la Campania sta combattendo, De Luca ci tiene a ribadirlo “non per noi” ma “per la nostra dignita’, per quella delle istituzioni democratiche, stiamo combattendo per lo sviluppo del nostro territorio”. E torna sulla questione insulti da parte di “una signora, che ci insultava, l’unica che ha insultato e ci diceva: andate a lavorare. Proprio quello per cui eravamo andati a Roma. Perché questi fondi di sviluppo e coesione servivano ad aprire i cantieri. Pensate quanti ne avremmo aperti in un anno con i progetti già esecutivi”.