Il consigliere Iandolo: 35 delibere nell’ultima giunta, il Milleproroghe di Nargi e Festa

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Trentacinque provvedimenti nell’ultima giunta presieduta dal sindaco Laura Nargi e ben 73 atti tra il 26 marzo e il 12 maggio mai pubblicati, che sono stati autorizzati ieri alla pubblicazione. Alla vigilia dell’arrivo del Commissario prefettizio l’ultimo atto dell’amministrazione Festa-Nargi viene definito dal consigliere comunale di App Francesco Iandolo sulla sua pagina social una sorta di “milleproroghe” della maggioranza uscente: “73 delibere approvate tra il 12 maggio 2023 e il 26 marzo 2024 e siglate incredibilmente solo ieri, da dimissionario, dal Sindaco Gianluca Festa che con la propria firma digitale ha “consentito” la pubblicazione prima dell’arrivo del Commissario.Nonostante negli scorsi giorni era stata proprio la Vicesindaco Nargi a firmare digitalmente gli atti precedentemente approvati dalla giunta”. Così ha esordito il consigliere Iandolo, che ha aggiunto: “Intanto ieri riunione fiume quando in tre ore, la giunta ha adottato altri 35 provvedimenti. Gli ultimi atti ufficiali della giunta oramai al capolinea, quasi come un decreto milleproroghe dove dentro metterci tutto, da cose pure necessarie a cose che, vista oramai la fine di questa esperienza avrebbero potuto aspettare.Da Eurochocolate, provvedimento più volte criticato, a numerosi patrocini insieme alle cittadinanze onorarie – che per fortuna mai arriveranno in Consiglio Comunale – al Ministro Piantedosi e a Preziosi. Decine di atti tenuti colpevolmente nascosti all’opposizione quanto alla città.

Tra questi persino il cambio di toponomastica dei due quartieri Quattrograna Est e Ovest in Quartiere Ettore Scola e Sergio Leone, chiamati così da dicembre ma senza dirlo a nessuno, soprattutto senza chiedere a quegli abitanti cosa ne pensassero”. C”e’ anche il sollievo perche’, sottolinea Iandolo prr “fortuna che questa gestione privatistica di un ente pubblico sia finita e che spetterà a chi verrà dopo ripristinare la filiera della trasparenza all’interno di un ente vittima per cinque anni di chi l’ha amministrato come se fosse esclusivamente cosa propria”.