Piazza di spaccio a Rione Parco, chiusa l’inchiesta: in dieci verso il processo

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AVELLINO- Dieci indagati per spaccio di cocaina nel capoluogo raggiunti da un avviso di conclusione delle indagini preliminari firmato dal sostituto procuratore Vincenzo Toscano, il magistrato che nel giugno 2022 aveva firmata le richieste di misure cautelari nei loro confronti, quelle poi ottenute ed eseguite dalla Squadra Mobile con un blitz eseguito a Rione Parco. Era emerso infatti che a rimpiazzare il fratello finito in carcere dopo una perquisizione della Squadra Mobile di Avellino avevano provveduto prima le sorelle e una nipote e persino i genitori e successivamente altri familiari, coadiuvati da veri e propri addetti alle consegne. Erano finiti tutti agli arresti nell’ambito di un’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Avellino e condotta dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile del capoluogo, gli uomini agli ordini del vicequestore Giancarlo Aurilia e del sostituto commissario Roberto De Fazio. Dieci le misure cautelari firmate nel giugno del 2022 dal Gip del Tribunale di Avellino Marcello Rotondi su richiesta della Procura della Repubblica, quattro custodie cautelari in carcere e sei ai domiciliari notificate agli indagati, quasi tutti residenti a Rione Parco. Sette dei quali appartengono allo stesso nucleo familiare.Quello di Omar D’Argenio, che era già finito agli onori della cronaca per un doppio arresto, il primo eseguito dalla Squadra Mobile nel giugno del 2020 e successivamente mentre era ai domiciliari. Insieme a lui era in carcere la sorella, il fidanzato di questa, . Arresti domiciliari, invece per i genitori di D’Argenio,
l’altra sorella e la figlia ventiduenne della stessa. Tutti rispondono a vario titolo di detenzione ai fini dello spaccio di droga.

Tutto era nato dal sequestro di sostanza stupefacente operato nei confronti di alcuni tossicodipendenti, i quali avevano acquistato lo stupefacente da D’Argenio, il quale, grazie ad un’attenta attività di pedinamento ed osservazione degli agenti della Squadra Mobile, veniva successivamente tratto in arresto, in quanto trovato in possesso di 63 bustine di cocaina. Quest’ultimo, nonostante fosse stato sottoposto agli arresti domiciliari, continuava a gestire una florida attività di spaccio di cocaina, avvalendosi dei membri della propria famiglia e degli altri indagati, utilizzati soprattutto per le consegne. Sempre la stessa persona, nel mese di settembre del 2020, era stato trovato , in quanto trovata in possesso di altre 72 bustine di cocaina e, questa volta, veniva applicata nei suoi confronti la misura coercitiva della custodia in carcere, visto che spacciava anche ai domiciliari . Gli episodi di spaccio contestati vanno infatti dal luglio al settembre 2020. Almeno sedici i capi di imputazione.

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Danilo Iacobacci, Gerardo Santamaria, Roberto Romano, Innocenzo Massaro, Fabiola De Stefano, Antonio Falconieri.