Sidigas, De Cesare interrogato in aula: nessun falso nei bilanci, conto unico non era autoriciclaggio

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AVELLINO- Nessun falso in bilancio e un’operazione di cash poouling che in realta’ non era finalizzata a sottrarre fondi a creditori e Fisco per “confusione”. Si è difeso così Giannandrea De Cesare, ex patron della Sidigas, a giudizio davanti al Gup del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone per i reati sono omesso versamento Iva dal 2013 al 2018, false comunicazioni sociali, autoriciclaggio

Oggi è stato sentito per circa tre ore in aula, nell’ ambito dell’udienza con abbreviato condizionato proprio alla sua escussione e ha risposto alle domande del pm Vincenzo Russo, il magistrato che ha coordinato le indagini della Gdf sulla Sidigas e dei suoi difensori, gli avvocati Olindo Preziosi e Claudio Mauriello.
Una lunga escussione a partire dal falso in bilancio per presunte operazioni inesistenti contabilizzate nel bilancio delle società. De Cesare avrebbe chiarito che nei bilanci di Sidigas Spa e Sidigas.com non sono mai state riportate voci false. Un esempio è stato quello relativo alla Scandone, un investimento pubblicitario. Centomila utenti in più alla società dopo la scelta di sponsorizzazione. Per quanto riguarda il “Cash poouling”, la contestata operazione di autoriciclaggio anche qui De Cesare ha fornito una versione diversa. Il sistema di conto corrente per cui si ipotizza che mirasse a far scomparire i crediti facendoli confluire alla Enerimpianti, secondo De Cesare non era assolutamente confuso. Tutto quello che era riversato su un unico conto corrente, poteva essere facilmente reperito da privati e dallo Stato. Anche perché dall’unico conto corrente di Enerimpianti venivano anche saldati i conti con fornitori di Sidigas Spa e Sidigas.com.
Altro capitolo, quello relativo alle indennità corrisposte, carte alla mano, a partire dal 2010 De Cesare avrebbe percepito sempre meno, giungendo a finanziare la società con fondi propri. Una dimostrazione di quanto asserito sarebbe riscontrabile dalla circostanza per cui, quando c’e’ stata l’amministrazione giudiziaria era stato emesso un decreto ingiuntivo per circa 23 milioni, che il Tribunale aveva riconosciuto solo per 6 milioni, che era sub judice dopo l’impugnazione dello stesso De Cesare e la nuova amministrazione non ha neanche coltivato questo ricorso. Il prossimo 11 settembre ci saranno le discussioni finali e il verdetto.