Clan Sangermano, inizia il processo. Il boss sceglie l’abbreviato

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NOLA- AVELLINO- Parte il processo per dimostrare l’esistenza del clan Sangermano, sgominato da un’operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli lo scorso 4 novembre ed eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna e dalla Dia di Napoli.

Questa mattina, gli imputati che non hanno scelto riti alternativi dopo la notifica del decreto di giudizio immediato ottenuto dai pm antimafia Antonio D’Alessio e Simona Rossi, compariranno davanti ai magistrati della Terza Sezione Penale del Tribunale di Nola, presieduta dal giudice Piscitelli, dove ci saranno le questioni preliminari e le liste di testi delle parti.

Non sarà collegato in videoconferenza il presunto boss del clan attivo tra nolano e Irpinia, Agostino Sangermano, difeso dai penalisti Raffaele Bizzarro e Nicola Quatrano, che ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato, insieme ad altri imputati (avrebbero chiesto di essere giudicati con lo stesso rito anche Ezio Mercogliano, difeso dall’avvocato Vittorio Corcione, Onofrio Sepe, detenuto agli arresti domiciliari e difeso da Raffaele Bizzarro, Paolo Nappi, difeso da Raffaele Bizzarro e Marco Massimiliano Maffei, Salvatore Sepe, detenuto e difeso da Raffaele Bizzarro e Giovanna Russo).

La difesa di Agostino Sangermano è riuscita ad ottenere che agli atti del processo venisse acquisita tutta l’attività difensiva, vere e proprie indagini, eseguite dalla difesa. L’udienza dove saranno discussi gli abbreviati si celebrerà il prossimo 26 settembre davanti al Gup del Tribunale di Napoli Chiara Bardi.

IL PROCESSO A NOLA
L’ udienza di questa mattina riguarderà Nicola Sangermano, detenuto difeso dai penalisti Raffaele Bizzarro e Gennaro Pecoraro, Michele Sangermano, detenuto agli arresti domiciliari e difeso da Giuseppe Della Monica e Andrea Imperato, Giuseppe Buonincontri, difeso dagli avvocati Francesco Picca e Pasquale Napolitano, Luigi Vitale, detenuto e difeso dall’avvocato Gaetano Aufiero, il commercialista agli arresti domiciliari dopo il Riesame, Clemente Muto, difeso dagli avvocati Giovanni Pignatelli e Antonio Del Vecchio.

Per Muto i magistrati del Tribunale del Riesame di Napoli hanno riqualificato il capo di imputazione in concorso esterno in associazione a delinquere. Per tutti gli altri indagati raggiunti dalla misura cautelare (annullata dal Riesame prevalentemente per l’attualità delle esigenze cautelari) ci sarà invece un’udienza preliminare in cui si dovrà decidere se andranno o meno a giudizio. Nei loro confronti non è stata ancora definita l’indagine, visto che sono in attesa dell’avviso di conclusione.

LE ACCUSE
Trentaquattro capi di imputazione contestati a vario titolo dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti dei dieci imputati. A partire da quella di associazione a delinquere di stampo mafioso contestati a nove dei dieci imputati (per Muto contestato concorso esterno come professionista di fiducia dei fratelli Sangermano). Ci sono anche le estorsioni per imporre la fornitura di mozzarelle ai locali, illecita concorrenza con minaccia e violenza contestata al solo Nicola Sangermano per le forniture imposte ai titolari di imprese. Contestata anche la serie di estorsioni per accaparrarsi terreni nell’alto casertano.