Carceri irpine, i numeri parlano chiaro: situazione sempre più esplosiva

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Parla di una situazione che nel corso degli anni è diventata sempre più esplosiva all’interno delle carceri irpine il sostituto procuratore Vincenzo D’Onofrio. Il vice di Airoma è stato presente questa mattina, insieme al Garante Campano dei detenuti Samuele Ciambriello, al sindaco di Avellino Gianluca Festa, al magistrato di sorveglianza Francesca De Marinis e alla responsabile U.E.P.E. Avellino Barbara Salsano, alla presentazione della relazione annuale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. In sala anche le direttrici degli istituti di Avellino e Ariano Concetta Felaco e Mariarosaria Casaburo.

I numeri sono impressionanti: oltre 1.000 detenuti ristretti nei quattro penitenziari irpini di Avellino, Ariano, Sant’Angelo dei Lombardi e Lauro a fronte di appena 556 agenti di polizia penitenziaria. “Una disparità assoluta dei numeri tra i detenuti in soprannumero e il personale di polizia penitenziaria in abbondante sottonumero – scandisce D’Onofrio -. Già questo rende l’idea della difficoltà a gestire questa situazione esplosiva. Gruppi di detenuti, avvalendosi anche di nuovi strumenti tecnologici, all’interno delle carceri gestiscono i traffici di droga e prendono il sopravvento sull’intera comunità. E ci sono addirittura piazze di droga all’interno di alcuni istituti penitenziari. L’episodio della rivolta di Avellino è solo l’ultimo di una lunga serie di criticità in cui si è degenerato”.

Una disparità che, come ricordato da Ciambriello, non riguarda solo gli agenti di penitenziaria ma anche i mediatori linguistici: appena 2 di cui 1 a Bellizzi, 1 a Lauro e nessuno ad Ariano Irpino a fronte di oltre 100 detenuti stranieri. “Ci sono inoltre 32 malati di mente e 132 tossicodipendenti senza psicologo e psichiatra: queste sono omissioni – denuncia il Garante -. Occorre passare dal concetto di custodia a quello di accudimento”.