FOTO / La storia di M. che si è liberata dall’uomo violento: l’importante messaggio da Pratola Serra

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Una donna può liberarsi dall’uomo violento. Dalle sue angherie, dalle sue sopraffazioni. Può venir fuori dall’incubo. Certo, non è facile. Ma è possibile. Da Pratola Serra è arrivato l’importante messaggio. Ad infondere speranza ci ha pensato M. con la sua storia di riscatto, una storia di coraggio. Il coraggio di lasciare il marito “padrone”, di prendere i suoi figli e di fuggire via, soltanto con una valigia ed il sogno di rifarsi una vita.

M. ce l’ha fatta, oggi è libera, anche grazie alla rete di solidarietà e professionalità che si è creata in provincia di Avellino con la casa rifugio “Antonella Russo” in prima linea. “Ho finalmente le chiavi della mia nuova casa, io e i miei figli oggi ci sentiamo al sicuro. Ho ripreso in mano la mia vita, metto in pratica le mie passioni. Sono felice”.

Denunciare sempre, dunque. Lo ricorda anche la panchina rossa che l’amministrazione comunale di Pratola Serra, insieme all’associazione “Lettera 22” nata da poco, ha voluto installare presso l’ex Eca, oggi auditorium “Giovanni Paolo II”. Su quella panchina c’è ben impresso il numero al quale chiamare in caso di soprusi: il 1522.

Dunque, la panchina rossa, un simbolo ma non solo. Uno stimolo soprattutto. La sua inaugurazione è stata anche l’occasione per un dibattito partecipato ed interessante, che ha visto protagonisti il sindaco di Pratola Serra, Gerado Galdo, quello di Torrioni, Annamaria Oliviero (avvocato matrimonialista), Adele Galdo, psicologa e psicoterapeuta.

E’ stata anche l’occasione per assistere ad un cortometraggio molto intenso, ben fatto, di grande impatto, ovvero “Piccole cose dal valore non quantificabile”, diretto da Paolo Genovese e Luca Miniero. L’assessore Nico Silano ha letto dei passaggi del libro “Ferite a morte” di Serena Dandini, accompagnato dalla chitarra di Albino De Palma.