Provincia, no al dimensionamento scolastico: maggioranza e opposizione compatte

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Riorganizzazione rete scolastica, in Irpinia a rischio 25 posizioni di dirigenti scolastici. Un vero e proprio allarme, lanciato già dal presidente dell’amministrazione provinciale Rizieri Buonopane qualche giorno fa.

Questa mattina, il parlamentino di palazzo Caracciolo, all’unanimità, ha approvato la delibera proposta dal presidente. La delibera sarà inviata al Ministero competente e alla Regione Campania, affinché si adotti ogni utile azione per bloccare l’applicazione di quanto previsto dal comma 557 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio, relativo alla Riforma della definizione e riorganizzazione del sistema della rete scolastica.

La Regione è sulla stessa lunghezza d’onda di Palazzo Caracciolo, come sottolinea Buonopane. “Palazzo Santa Lucia la pensa come noi. Occorre rivedere le linee guida nazionali che hanno innalzato la soglia portandola ad essere superiore a 900 studenti. Questo creerebbe enormi problemi per un territorio come il nostro dove molti dirigenti sono costretti, e tanti già lo fanno, a girare in lungo e in largo per poter svolgere le proprie funzioni. Questo non è accettabile. Insieme alla Regione Campania, ci faremo sentire presso il Governo”.

“Congelare” lo status quo per evitare penalizzazioni soprattutto alle aree interne, insomma. “Da 73 presidenze scenderemmo a cinquanta, sarebbe un dramma. Questo è un discorso propedeutico anche alle scuole, la preoccupazione è anche questa”.

Dunque, il consiglio provinciale si è espresso in modo compatto: no alla riorganizzazione scolastica intesa in questi termini per l’Irpinia. Delibera che, come annunciato da Buonopane e chiesto anche dal consigliere Di Cecilia, sarà inviata anche al Governo. E inoltre, come chiesto invece dal consigliere Picone, sarà inviata anche ai Comuni nel caso in cui qualche ente locale volesse supportare la “battaglia”.

“La scuola va preservata e non ingiuriata. Non possiamo accettare quanto previsto dal comma 557 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio, relativo alla Riforma della definizione e riorganizzazione del sistema della rete scolastica. Tale comma porta alla cancellazione una serie di dirigenze sul nostro territorio. Un’altra spallata alle nostre comunità, un’ulteriore spinta allo spopolamento del territorio”, afferma ancora Buonopane.

“Con la Legge di Bilancio si modifica il previgente parametro, stabilendo che il contingente organico dei dirigenti scolastici e dei DSGA sia distribuito con l’applicazione di un coefficiente non inferiore a 900 e non superiore a 1000. “Significa mortificare il nostro sistema scolastico. Avremmo dirigenti costretti a guidare plessi distribuiti in diversi comuni e a chilometri di distanza – sottolinea il presidente Buonopane – Di qui, la volontà di cercare di evitare questa situazione”. Nella proposta di delibera si esprime “netta contrarietà all’applicazione del coefficiente di 900 studenti”; si chiede di “dichiarare non applicabile per la provincia di Avellino il coefficiente di 900, in quanto, gli Istituti scolastici sono ubicati in comuni montani o svantaggiati, che, pertanto, devono essere salvaguardati”.

Con la proposta di delibera, inoltre, si fa voti alla Regione Campania “affinché si opponga in tutte le sedi all’applicazione di quanto previsto dalla norma; si impegni in sede di Conferenza unificata per l’applicazione, nelle regioni con scarsa densità demografica, con la quasi totalità di comuni montani e svantaggiati e con calo demografico, del coefficiente di 600 studenti per determinare il contingente dei Dirigenti scolastici e dei Dsga e del numero minimo di 400 studenti per la determinazione dell’autonomia scolastica; promuova presso il Ministero dell’Istruzione e del merito la rimodulazione sostanziale del numero minimo degli studenti occorrenti per la formazione delle classi in territori montani/svantaggiati; adotti le Linee Guida sul dimensionamento della rete scolastica per l’A.S. 2024-2025 mantenendo l’attuale parametro di 400 alunni ai fini dell’autonomia scolastica; preveda adeguate risorse, al fine di programmare l’offerta scolastica, con necessari servizi (mensa, trasporto scolastico, etc.), al fine di garantire il diritto allo studio agli studenti residenti nei piccoli comuni le cui scuole sono a rischio di chiusura; dia rapido riscontro ai territori e alla comunità scolastica, istituendo un tavolo permanente di discussione e confronto”.