La Procura usa la mano pesante contro la banda dei furti alle minicars che agiva in citta’

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AVELLINO- Per la Procura di Avellino il “quartetto” di malviventi in trasferta dal napoletano che tra aprile e settembre 2022 ha compiuto ben tre furti di minicars  ad Avellino e’ per modalita’ operative e per numero di persone e mezzi coinvolti una vera e propria “associazione a delinquere”. La pesante contestazione ai tre soggetti bloccati a settembre dalla Squadra Mobile e’ stata messa nero su bianco dal magistrato che ha coordinato le indagini degli agenti agli ordini del vicequestore Giancarlo Aurilia, il pm Vincenzo Russo, che ha firmato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti dei tre indagati non solo per i singoli furti ma anche per la piu’ grave ipotesi di associazione a delinquere. I tre, uno dei quali raggiunto pure da un aggravamento della misura, con l’applicazione degli arresti domiciliari, sono difesi dagli avvocati Michele Caiafa, Guido D’Orso e Maria Romanelli. L’ASSOCIAZIONE

Secondo l’ipotesi investigativa della Procura della Repubblica di Avellino i tre avrebbero costituito un’associazione a cui partecipava all’epoca dei fatti anche un minorenne che aveva come scopo quello di commettere il  furto di quadricicli (minicars) parcheggiati sulle strade, con collaudate modalità di azione collettiva. Un modus operandi ricostruito dalle indagini della Squadra Mobile di Avellino. Agivano sempre in numero non inferiore a tre individuando i veicoli da rubare anche  in territorio lontano dal luogo della loro abituale dimora (due infatti sono di Napoli, un terzo complice di Melito) . Tutto preceduto dai giri perlustrativi nelle zone interessate, che raggiungengevano una bordo di auto noleggiate da un terzo e con un posizionamento strategico eseguivano il furto del veicolo individuato e la fuga in gruppo.
Tutti fatti accertati non solo in provincia di Avellino ma anche in quella di Napoli tra aprile e settembre 2022. Ora si attende la valutazione del Gup sulla richiesta avanzata dalla Procura nel caso il pm Russo (come prevedibile dopo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari) esercitera’ l’azione penale nei loro confronti.
IL FATTO
I tre erano stati bloccati nella mattinata del 21 settembre scorso dagli agenti della Squadra Mobile di Avellino, dopo aver compiuto un raid e il furto di una minicar di una studentessa del Liceo Classico  nei pressi di Via Scandone. Il Gip al termine dell’udienza di convalida dell’ arresto, eseguito dagli agenti agli ordini del dirigente Aurilia e disponendo una misura meno afflittiva del carcere (la Procura aveva chiesto gli arresti domiciliari ndr) aveva disposto il divieto di dimora. Per uno dei tre, il ventiduenne di Melito T. G, anche l’ accusa di resistenza a pubblico ufficiale, visto che avrebbe tentato di investire nei pressi della rotonda della Ss7bis di Mugnano del Cardinale il sostituto commissario della Squadra Mobile di Avellino Roberto De Fazio, che gli aveva intimato l’alt con la paletta di ordinanza. Al termine di una spericolata manovra contro mano e anche di un tamponamento, era stato bloccato alla guida della minicar rubata poco prima. Tutti gli indagati per il furto della Minicar avevano ammesso gli addebiti. Fondamentale nella vicenda si e’ rivelato il sistema di rilevamento delle targhe, che aveva segnalato uno dei componenti del quartetto (tra cui c’era anche un minore) che aveva intercettato la Panda intestata ad un altro dei tre indagati per il concorso nel furto che vantava gia’ specifiche segnalazioni per altri raid, due dei quali avvenuti tra luglio e agosto nella citta’ capoluogo. Per la banda, quella di Avellino, come avrebbe ammesso uno di loro, era una zona adatta per mettere a segno i raid. Non avevano fatto i conti con i controlli sul territorio messi in campo dalla Questura e della Mobile. Ora rischiano anche un processo per associazione.