Iannaccone: nuove regole contro il trasformismo

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Arturo Iannaccone, segretario regionale dell’Udc attacca con charme trasformisti e non, politici che fanno della conquista del potere la propria bandiera. Il massimo esponente dell’Udc parla chiaro: la politica non è questa. Quanto piuttosto speranza del futuro. Con lui riflessioni, bacchettate e richiami rispetto ad un centrosinistra sempre più lontano dai veri problemi della città e della provincia. Sempre più interessato “alle posizioni di potere”. E intanto “i giovani sono senza lavoro e senza futuro”.

Politiche alle porte, non mancano i cambi di casacca. Come considera questo fenomeno?

“Il fenomeno del trasformismo è sempre negativo. E’ grave che consiglieri eletti con i voti di partito e di schieramento decidano di andare altrove tradendo di fatto il mandato degli elettori”.
Quale potrebbe essere la soluzione per frenare i passaggi dell’ultimora? Tanto per citare qualche esempio, Vincenzo Sbrescia e Pino De Lorenzo (ufficializzerà il suo nuovo ingresso la settimana prossima).
“Non mi soffermerei sul caso singolo…Per quanto riguarda poi De Lorenzo bisogna aspettare ancora. Ritengo ad ogni modo che ci sia un doppio senso di responsabilità sia da parte dei partiti che alimentano illusioni che di quelli che causano queste perdite. Perché non hanno selezionato bene la classe dirigente e le motivazioni reali di chi è stato scelto nella lista”.
In soldoni: partiti più attenti nel selezionare classe dirigente e candidati. “In provincia di Avellino da tempo il centrosinistra scatenato ha alimentato questo tipo di fenomeni promettendo posti di potere. Non mi sembra che ci siano adesioni non pagate in vario modo in termini di visibilità”.
Cosa sta succedendo nello scenario avellinese, considerati i botta e risposta, le autosospensioni e i ‘non ci sto’ in casa maggioranza?
“Semplicemente lotta di potere finalizzata alla raccolta di consenso. Il centrosinistra è consapevole di ciò. Si scontra su questo piano. Un partito che non ha un assessore in più, in tale logica, sconta in termini di elettorato. Il tutto creando un’eterna contesa, un’amministrazione che non funziona. Il Comune è sprofondato in una crisi, secondo il mio punto di vista, irreversibile. Per quanti rappezzi si possano fare, si rinvia la soluzione dei problemi. Si corre il rischio di far perdere altre posizioni ad Avellino nel panorama regionale e nazionale. Noi dobbiamo continuare a fare opposizione come sta facendo il nostro capogruppo Gennaro Romei. Il Patto va rafforzato. L’alleanza si deve trasformare in termini programmatici tenuto conto che le cose portate a termine finora sono eredità di Di Nunno”.
Il suo partito senza ‘ma’ e senza ‘se’ ha posto sul tavolo la sua candidatura. Quali saranno i punti programmatici sui quali baserà la sua campagna elettorale?
“Dobbiamo consentire all’Irpinia di essere rappresentata in Parlamento con una classe dirigente che ha dato a livello locale prova di sé e che deve cimentarsi in una dimensione nazionale. La provincia di Avellino è arretrata perché la classe dirigente in Parlamento non è stata in grado di prospettare il cambiamento. I giovani sono in una condizione difficile, senza lavoro, senza possibilità di studiare in una facoltà della nostra provincia, al di là dei tentativi portati avanti per il corso in medicina. Solo un cambiamento profondo, credo possa consentire all’Irpinia un posto di primo piano nello scenario regionale e nazionale. L’impegno che possiamo garantire agli elettori moderati di centro è di avere un punto di riferimento dal momento che la Margherita ha ammainato la bandiera della tradizione per creare insieme ai Democratici di Sinistra un partito di sinistra; una doppia prospettiva per la nostra provincia; una forte attenzione ai problemi veri della comunità”.
Messaggi forti che possono essere sintetizzati così: “Non lasciamo i nostri elettori senza patria e soprattutto facciamo in modo che non siano fruitori dei cedimenti della cattiva gestione clientelare usata dal centrosinistra. Perché ognuno con la propria forza può costruire il proprio futuro”.
(di Teresa Lombardo)

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