“Se dovesse essere tutto vero, se è come abbiamo letto, spero che i giudici siano i più severi possibili”. Parole di Paolo Crepet, psichiatra, sociologo, educatore, saggista e opinionista italiano, ospite, presso la Chiesa San Nicola Da Tolentino ad Atripalda, della tavola rotonda promossa dal Consorzio dei Servizi Sociali Ambito A5 nell’ambito del progetto “Formando”.
Inevitabile porre a Paolo Crepet – che ha tenuto un interessante approfondimento sul tema dell’educazione e della genitorialità – delle domande sull’inquietante caso di Aiello del Sabato, dove una madre avrebbe tenuto segregata in casa la figlia 21enne per diversi anni.
Crepet ha ricordato un episodio accaduto alcuni anni fa in Puglia: una bambina incatenata dentro una gabbia. “Fui invitato dal sindaco del posto a parlare. Quando arrivai mi trovai davanti ad una quota parte del paese, compreso l’avvocato, che mi ingiurò in tutti i modi perché dissi che quella bambina doveva essere tolta alla famiglia. Significa che nessuno, e questo è atroce, si era messo nei panni e nella testa di quella bambina”.
“Anche se i genitori di Aiello dovessero vivere in una condizione di disagio economico, questo non giustifica il loro comportamento. La persona che ha avuto la sventura di vivere anni in questa condizione, è terrificante: non se ne esce in una settimana. Toglierla non solo dal contesto familiare”.