FOTO E VIDEO / Acqualonga, oltre il ricordo. Finalmente un luogo dove pregare per le 40 vittime. E non dimenticare. “Troppe volte sottovalutata la sicurezza dei cittadini”

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Alfredo Picariello – Ora, per pregare e ricordare, per onorare, per restare in contatto con loro, i morti di Acqualonga, c’è un luogo adatto, consono, accogliente, con i simboli giusti. La strage del bus a Monteforte Irpino. Sembra ieri, eppure sono trascorsi già otto anni. Era una calda sera come oggi. Di fine luglio, il 28 luglio del 2013. Un pullman Granturismo, di ritorno da un pellegrinaggio a Pietrelcina, viaggiava in direzione Napoli, verso Pozzuoli. Il mezzo perse per un guasto il giunto cardanico dell’albero di trasmissione che tranciò l’impianto frenante e volò dal ponte, sull’A16, nel territorio di Monteforte Irpino. 40 le vittime, donne, uomini e bambini. Una tragedia.

Monteforte, l’Irpinia, non dimenticano, non vogliono dimenticare. La tenacia del sindaco Giordano, quella maledetta sera era vicesindaco, e della sua giunta, ha fatto sì che oggi pomeriggio, giorno della ricorrenza, sotto il ponte di Acqualonga nascesse il “Giardino della Memoria”. La scultura, bianca, realizzata dal maestro Antonio Di Rosa, guarda proprio verso Pozzuoli. E’ un’anima che si eleva e tende al cielo.

L’architetto Germano Schillaci ha fatto il resto. Ha collocato la scultura ed ha sistemato l’area e il contesto naturale che doveva accoglierla, secondo il concorso di idee promosso nel 2018 dall’Ordine degli Architetti della provincia di Avellino.

Ecco, dunque, le quaranta aste in ferro dall’altezza variabile, secondo gli anni di vita delle vittime. Nel concorso, riservato ai progettisti under 40, si chiedeva di presentare una soluzione progettuale dell’area sottostante il luogo dell’incidente a “memoria storica” dell’accaduto. Il monumento si completa con un altare nel cui interno verranno collocati gli oggetti personali ritrovati dopo l’incidente.

Oggi, nel giorno della ricorrenza, il taglio del nastro, alla presenza non solo del sindaco di Monteforte Irpino, ma anche di tanti primi cittadini dei comuni vicini. Prima della taglio, la benedizione di don Antonio Testa, al cui fianco c’era Arianna, una delle sopravvissute.

“E’ dovere di tutti noi ricordare”, ha detto il sindaco Giordano. “Da quella maledetta sera, abbiamo instaurato un rapporto speciale con tutte le famiglie delle vittime e con Pozzuoli. Ricordiamo con le lacrime agli occhi i nostri 40 angeli che non ci sono più”.

“Dopo Pozzuoli, dove c’è la piazza del ricordo, ora c’è il giardino della memoria. Un gesto per niente scontato quello di Monteforte”. A rappresentare la città puteolana Roberto Gerundo, assessore alla Pianificazione e governo del territorio di Pozzuoli.

“Ricordiamo, però, che questa tragedia, come quella del Ponte Morandi di Genova, è frutto anche dell’incapacità dell’uomo di prendersi cura dei beni pubblici. La strage di Acqualonga sia da monito: la sicurezza dei cittadini va tenuta sempre in debito conto”.

“Questo – sottolinea il presidente dell’Ordine degli Architetti, Erminio Petecca – non è solo un monumento, ma è uno spazio fisico, un luogo dove ricordare, intrattenersi per pregare”.