FOTO E VIDEO / Casa rifugio “Antonella Russo”, dove le donne vittime di violenza non sono più oggetti. Anna ce lo insegna. E poi è arrivata Sofia

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Alfredo Picariello – Spesso i numeri sono freddi ed impietosi. Ma quasi sempre, sono portatori di verità. E raccontano grandi storie e successi. Dal 2016 ad oggi, cinque anni, casa rifugio “Antonella Russo” di Ospedaletto d’Alpinolo, in provincia di Avellino, ha accolto 41 donne. 41 persone, esseri umani, 41 storie di madri, mogli, sorelle, che subivano maltrattamenti, minacce, violenza da parte degli uomini.

 

 

In 5 anni, un numero così elevato di persone è riuscito a “liberarsi”, ad essere di nuovo persona, donna. Riescono ad inserirsi di nuovo nella società, non sono più considerate “oggetti”. Perché così i loro mariti, compagni, familiari, le facevano sentire. Ce lo spiega molto bene Anna, nome di fantasia, 36 anni, che per sette mesi è stata ospite della struttura e che oggi è rinata. “Il mio compagno – dice – era aggressivo e geloso. Ma, soprattutto, faceva in modo che io mi sentissi utile soltanto se stavo con lui. Ho trovato il coraggio di dire basta per mio figlio. E a casa rifugio mi hanno aiutata ad essere di nuovo donna”.

Dal 2016, casa rifugio ha accolto anche 40 bambini. Perché le donne non scappano mai da sole. Non potrebbero, non ci riescono. L’ultima arrivata è Sofia, è nata un mese fa. E’ lei il simbolo della speranza e della rinascita. Lei ed Anna ci insegnano che, grazie anche a casa rifugio, dalla violenza si può uscire. Si deve.