Strage Acqualonga, in aula le motivazioni d’appello dei dipendenti condannati di Aspi

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Renato Spiniello – Continua il processo d’appello sulla strage del bus precipitato la sera del 28 luglio del 2013 dal viadotto Acqualonga, nel tratto avellinese dell’autostrada A16 Napoli-Canosa. Si tratta di uno degli incidenti stradali più gravi accaduti in Italia, che provocò 40 morti e 8 feriti.

Ieri, nel nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli e dinanzi al collegio presieduto dal giudice Domenica Miele, si è tenuta la seconda udienza del dibattimento in secondo grado.

Dopo la lunga relazione del giudice a latere sui motivi d’appello della Procura e dei difensori degli imputati Gennaro Lametta e Antonietta Ceriola, condannati rispettivamente in primo grado a 12 e 8 anni di reclusione, è stato dato spazio alle motivazioni dei legali dei dipendenti di Autostrade per l’Italia condannati, ovvero Nicola Spadavecchia, Gianluca De Franceschi, Paolo Berti, Michele Renzi, Bruno Gerardi e Gianni Marrone, tutti condannati in primo grado a pene tra i 5 e i 6 anni di reclusione.

Nella prossima udienza del 25 febbraio i legali potranno avanzare le richieste istruttorie con le relative valutazioni dei giudici, in quanto l’istruttoria dibattimentale non è stata ancora aperta dopo l’impugnazione della sentenza del gennaio 2019 da parte di Procura di Avellino e di parte dei difensori degli imputati.