di Andrea Fantucchio – Ciro Ferrara, imprenditore irpino attivo in Lombardia, ha subito un’ingiusta incarcerazione e undici mesi di arresti domiciliari per accuse che poi, contestate in Appello, hanno portato a un’assoluzione.
Secondo gli investigatori Ferrara aveva pulito centinaia di migliaia di euro di denaro (di qui l’accusa di riciclaggio) usando la sua impresa di import-export. Quei soldi derivavano, sempre per l’accusa, anche dalla circuizione di una donna disabile alla quale furono sottratti oltre trecentomila euro in buoni fruttiferi.
La partita di tabacco incriminata non è mai arrivata a destinazione, in Italia, ma è rimasta bloccata nel paese di origine, in Bulgaria. Gli arresti hanno fermato tutto.
Le carte presentate dal legale dell’uomo, Gaetano Aufiero, per dimostrare la regolarità delle esportazioni, sono state ritenute insufficienti da gip e Riesame. Dopo la richiesta del rito abbreviato, infatti, Ferrara è stato condannato a tre anni.
Il legale riesce a ottenere i domiciliari, ma solo dopo che l’assistito aveva già passato quattro mesi nel carcere di San Vittore. Dopo 15 mesi di arresti domiciliari, Ferrara è stato dichiarato assolte dalle accuse e ora, probabilmente, chiederà i danni allo Stato.