FOTO / Biodigestore, i viticoltori “chiudono” le aziende. “Dalle strade del vino a quelle della munnezza? No, grazie”

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Alpi – Il gesto è simbolico. Ma forte. I viticoltori irpini, la maggior parte di loro, in segno di protesta contro la realizzazione del biodigestore a Chianche, hanno consegnato le chiavi delle loro aziende durante la manifestazione di piazza Libertà. Imprese irpine del vino chiuse. E’ un segnale ma anche un avvertimento. Alla politica, alle istituzioni.

“Istallando un biodigestore a Chianche, si negano lo sviluppo e il futuro a tutte le aziende che hanno investito in questa area agricola di pregio”, dice Mauro Sarno. In piazza, anche lei, come due anni fa. Imprenditrice di “Tenuta Sarno”. E c’è Stefano di Marzo, presidente del consorzio di tutela dei vini irpini. Che prende la parola.

“Questa mattina c’è una meravigliosa mobilitazione di popolo e di cittadini. Ci battiamo contro la scelta monocratica del sindaco di Chianche che ha deciso di realizzare il biodigestore senza confrontarsi con nessuno”, afferma di Marzo. “Una scelta assurda, calata d’alto. La Regione non ha avuto capacità di mediazione. Come imprenditori stiamo cercando di puntare sull’enoturismo, sulle strade del vino. Non vogliamo che quella zona diventi la strada della munnezza”.

Sarno, di Marzo, Teresa Bruno. Ed ancora, Ferrante di Somma, Piero Mastroberardino, esponenti della Coldiretti, come Marianna Venuti; delle istituzioni, come il presidente del Parco del Partenio, Franco Iovino. C’è Franco Mazza, del comitato “Salviamo la Valle del Sabato”. E ci sono i sindaci. In prima fila quelli di Avellino ed Altavilla Irpinia, Gianluca Festa e Mario Vanni. Che chiederanno la convocazione dell’assemblea dei sindaci dell’Ato. Per una battaglia concreta.