Nuova “stangata” made in Usa alle multinazionali del tabacco. Una Corte federale americana ha infatti stabilito che l’industria del tabacco ha ingannato i fumatori marchiando i pacchetti con la scritta “light” quando rappresentano lo stesso rischio per la salute di tutte le altre sigarette. Il concetto di “leggero”, parlando di fumo delle sigarette, non esiste. Il danno è identico, anzi si è portati a consumare più “bionde”. La sentenza conferma la decisione di una Corte distrettuale che nell’agosto del 2006 aveva stabilito che le compagnie del tabacco mentirono per anni circa i gravi rischi per la salute derivanti dal fumo. “Rileviamo in larga parte riscontri di responsabilità”, ha affermato la Corte. Il caso, che vede opposti il governo e colossi del calibro di Philip Morris e Reynolds, sarà probabilmente oggetto di ricorso in appello di fronte alla Corte Suprema. L’industria del tabacco dovrebbe cambiare il sistema col quale vengono commercializzati i prodotti. Etichette come light, ultra light e mild saranno vietate perché quel genere di sigarette non risultano meno rischiose delle altre. In attesa del ricorso è però difficile che ciò possa accadere. Da registrare che la sentenza obbliga inoltre le aziende a pubblicare “dichiarazioni correttive” sulla dipendenza da nicotina.
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