di Claudio De Vito. Non tornerà in campo per gli allenamenti il 18 maggio, ma almeno l’Avellino potrà respirare grazie agli aiuti del governo contenuti nel tanto atteso decreto Rilancio illustrato ieri sera dal premier Giuseppe Conte e dai suoi ministri. Un miliardo su 55 riservato al calcio: manna che pioverà dal cielo soprattutto per i club della Lega Pro già alle prese con il limbo relativo al format della stagione in corso in attesa del Consiglio Federale.
A tal proposito regna il caos e la settimana prossima, quando il presidente Gabriele Gravina riunirà tutte le componenti in Consiglio Figc, le proposte dell’Assemblea dei club di C non dovrebbero passare. Per quel che riguarda i playoff, l’Avellino è pronto eventualmente a giocarli facendo leva sulla mutualità assicurata dalla ripresa della Serie A per sostenere i costi sanitari e quelli finalizzati all’allestimento di una post-season davvero anomala.
Tornando alla mano tesa dal governo, in casa biancoverde si esulta per una serie di misure economiche che allevieranno la sofferenza generata dai mancati introiti. Ecco di cosa potrà usufruire la società di patron Angelo D’Agostino con il nuovo decreto:
1) Proroga dei termini per gli adempimenti fiscali (Irpef e Iva) e contributivi (Inps, Inail) con rinvio al mese di settembre. Taglio dell’Irap che non andrà pagata a giugno.
2) Sospensione dei canoni di locazione per gli impianti sportivi, dunque per l’utilizzo dello stadio Partenio-Lombardi già oggetto in realtà di un accordo tra amministrazione e club sul rinvio del pagamento dei fitti nel post-emergenza.
3) Riconoscimento della cassa integrazione per i dipendenti del ramo sportivo che percepiscono fino a 50mila euro lordi annui. Per tutti gli altri, in primis i calciatori, andranno negoziati i tagli per il quadrimestre marzo-giugno con intese individuali.
4) Istituzione del Fondo Salva Sport con una quota percentuale sul totale della raccolta per le scommesse sportive.
Per ciò che concerne invece le scadenze federali, è facile ipotizzare come la Figc possa sospendere altri termini della Licenza Nazionale per l’iscrizione al campionato 2020/2021. Dopo aver infatti congelato il termine del 30 aprile relativo ad adempimenti finanziari legati ad acquisizioni internazionali di calciatori nel 2019 (Gabriel Charpentier), e fiscali (la cui violazione comporta un’ammenda), la Federcalcio dovrebbe adottare lo stesso metro di valutazione per il termine dell’1 giugno, data entro la quale bisognerà regolarizzare la situazione patrimoniale altrimenti si incappa in una penalizzazione in classifica.
Per non parlare poi dello step del 22 giugno individuato come termine ultimo per la presentazione della fideiussione e della documentazione che attesta il pagamento degli emolumenti di dipendenti a vario titolo e tesserati per le mensilità di marzo, aprile e maggio. Già prorogato due volte invece il termine per il pagamento di ritenute e contributi relativo al bimestre gennaio-febbraio (16 aprile e poi 30 giugno a fronte del termine iniziale del 16 marzo, data confermata soltanto per il pagamento degli stipendi).
Non è invece una misura economica, ma aiuterà a sbrogliare la matassa dei ricorsi in caso di stop dei campionati. Il riferimento è alle disposizioni processuali eccezionali per i provvedimenti relativi all’annullamento, alla prosecuzione e alla conclusione dei campionati, professionistici e dilettantistici. L’articolo 211 quater del decreto prevede a tal proposito:
1) Poteri straordinari in capo al Consiglio Federale per decidere sulla sospensione e definire i format dei campionati. La Federcalcio così avrebbe discrezionalità piena su promozioni e retrocessioni (potrebbe ad esempio decidere di non far salire la terza dalla B alla A oppure la quarta dalla C alla B). E’ il riconoscimento della causa di forza maggiore attraverso una forte legittimazione della Figc con il governo a fare da spalla.
2) Superamento dei gradi di giustizia federale: i ricorsi contro le delibere del Consiglio Federale saranno di competenza del Collegio di Garanzia del Coni (con successivo approdo a TAR e Consiglio Stato) in modo da iniziare la stagione successiva senza procedimenti in corso.