“Mani in pasta”, sequestri per circa 15 milioni di euro e 91 arresti. Operazioni in corso anche a Salerno, Napoli e Caserta

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Guardia di Finanza

Sono stati circa 500 militari della Guardia di finanza, con l’operazione “MANI IN PASTA”, a colpire duramente “COSA NOSTRA”. Nella mattinata odierna, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo, il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, con il supporto del Comando Provinciale di Palermo – che ha messo in campo uno straordinario sforzo operativo – nonché di altri Reparti sul territorio nazionale, ha dato esecuzione a numerose ordinanze di custodia cautelare e sequestro preventivo, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo.

E’ servito il supporto di mezzi aerei, baschi verdi e unità cinofile, per l’esecuzione dei numerosi provvedimenti e per la ricerca di armi, esplosivi, sostanze stupefacenti e valuta.

Le operazioni sono ancora in corso in Campania, Sicilia, Lombardia, Piemonte, Liguria,Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Marche.

Un’importante attività che ha portato alla disarticolazione dei clan – tra cui la famiglia FONTANA, imparentata con la famiglia GALATOLO – storicamente egemoni nei quartieri palermitani dell’Acquasanta e dell’Arenella, facenti parte del mandamento mafioso di Resuttana.

Oltre 100 i soggetti a vario titolo indagati per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, reimpiego di capitali illeciti, esercizio abusivo di giochi e scommesse ed altri reati contro la persona e il patrimonio.

L’attività di servizio è scaturita dagli sviluppi di pregresse risultanze investigative, derivanti prevalentemente dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia ascoltati dalla D.D.A. di Palermo (tra questi, in particolare, il noto Vito GALATOLO) e si è arricchita di un paziente e scrupoloso lavoro condotto dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza.

Altrettanto prezioso, poi, è stato il lavoro di riscontro delle dichiarazioni dei suddetti collaboratori di giustizia, attraverso l’esecuzione di intercettazioni telefoniche, nonché di controllo sistematico del territorio tramite pedinamenti e video-riprese, particolarmente complesse tenuto conto, soprattutto, del contesto territoriale di riferimento.

Determinanti i riscontri investigativi, da cui è emersa l’opprimente presenza del clan sul territorio, attuata mediante la perpetrazione dei più tradizionali delitti di matrice mafiosa, quali l’estorsione, il traffico di sostanze stupefacenti, l’illecita concorrenza con minaccia o violenza. È emerso, altresì, che gli ingenti proventi delle condotte criminali – in parte utilizzati per il mantenimento dei familiari dei detenuti – sono stati riciclati e/o reimpiegati in molteplici settori economici della Sicilia e della Lombardia: ippica, gaming (centri scommessa e slot machine), cooperative attive nel campo della cantieristica, compravendita di preziosi, società attive nella produzione e commercializzazione del caffè, commercio di materie prime alimentari (farina, frutta e verdura) e packaging alimentare.

E’ stato disposto il sequestro del patrimonio e del complesso aziendale di 22 attività economiche, tra cui centri scommesse, società attive nei settori della cantieristica navale, della produzione, commercializzazione e somministrazione di bevande e alimenti. Disposto, inoltre, il sequestro preventivo di n. 13 cavalli da corsa, n. 8 immobili, vari mezzi di trasporto, nonché i saldi attivi di rapporti finanziari per un valore complessivo stimabile, allo stato, non inferiore ai 15 milioni di euro.