Coronavirus, carceri: “Cura Italia abbandona i detenuti”

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di Andrea Fantucchio – Il responsabile regionale dell’Osservatorio Carcere dell’ Unione delle Camere Penali, l’ avvocato Giovanna Perna, critica il recente decreto Cura Italia.
E dice: “Con questo decreto sono state inserite ulteriori limitazioni. I carcerati vengono abbandonati. Possono essere sottoposti, a detenzione domiciliare, carcerati con residuo pena di diciotto mesi. Ma non quelli accusati di maltrattamenti, recidivi e con reati ostativi. Oltre all’obbligo di avere braccialetti elettronici che però mancano”,

Deluso anche Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che dice: “Siamo delusi dai contenuti del decreto legge del Governo “Cura Italia”.  I recentissimi e gravissimi episodi di insurrezione e di danneggiamento di circa 30 istituti penitenziari italiani hanno messo pericolosamente in evidenza la fragilità e l’inefficacia dell’intero sistema di sicurezza dei nostri penitenziari. Nulla è prevista per il Corpo di Polizia Penitenziaria in termini di stanziamenti straordinari per l’acquisto di strumenti utili al mantenimento dell’ordine e della sicurezza interna, come i body scanner, la totale schermatura all’uso dei telefoni cellulari e di taser agli Agenti per garantire l’incolumità fisica individuale. Di tutto questo, come lo scorrimento delle graduatorie degli idonei non vincitori degli ultimi due concorsi per Agente di Polizia Penitenziaria, nel decreto “Cura Italia” del Governo non c’è nulla. Manca evidentemente la consapevolezza che un Corpo di Polizia dello Stato non può operare senza uomini, mezzi e strumenti. Anche le disposizioni contenute su detenzione domiciliare e licenze ai semiliberi non produrranno alcun effetto deflattivo strutturale al sistema”