di AnFan – L’allarme Coronavirus fa sentire i suoi effetti anche nel tribunale di Avellino. Evidenti anche dal gran numero di avvocati tra i corridoi del palazzo di giustizia: non hanno potuto accedere in aula. Proprio come gli imputati. Effetto dell’invito del giudice Cozzino, che ha chiesto ai legali, ai loro assistiti e agli altri presenti, non direttamente interessati alle cause, a “non assembrarsi nella sala di udienza”. In pratica: in aula solo avvocati e imputati impegnati nei procedimenti. Gli altri tutti fuori.
Il magistrato si è allineato alla nota firmata dal presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi.
Una questione, quella che intreccia Coronovirus e mondo della giustizia che sta alimentando discussioni e pareri contrastanti in tutta Italia. Manca infatti una direzione univoca e questo lascia a ogni singolo tribunale la possibilità di organizzarsi in autonomia.
A Milano sono comparsi cartelli – al limite del minaccioso – che invitano a “non avvicinarsi al collegio e al cancelliere”. Con indicazioni anche sulla distanza minima: due metri. Non un centimetro di più.
A Bari invece alcuni giudici hanno scelto di indossare una mascherine. Oltre all’imposizione ad avvocati e imputati dei consueti “due metri di distanza” e l’attesa – come ad Avellino – del proprio turno nei corridoi.
A Torino, infine, i giudici hanno rinviato tutte le udienze con persone provenienti da Lombardia e Veneto, zona focolaio del Coronavirus.
Redazione Irpinia
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