Alpi – La tensione che si era verificata a Campo Genova, nel pomeriggio, si è ripetuta anche in consiglio comunale. Un nuovo “diverbio”, a distanza questa volta, tra il sindaco di Avellino e Gianluca Festa ha creato caos anche in aula. Il primo cittadino si è allontanato ed il consiglio sospeso, con la rabbia degli esercenti che è salita alle stelle. Il consiglio comunale è ripreso dopo circa 15 minuti.
La seduta è ripresa in un clima apparentemente sereno anche se carico di tensione. A prendere la parola il consigliere Dino Preziosi. “Sindaco, lei sta giocando a dama. Le ricordo che Campo Genova ha una destinazione urbanistica diversa. Il Puc prevede un’area mercatale ed è quella difronte la porta carraia dello stadio. Oggi assistiamo ad uno spettacolo strano, nel piazzale degli Irpini ci sono soltanto dieci pullman. E’ vuoto. Campo Genova, inoltre, non credo sia attrezzato. Non c’è una vasca di sedimentazione delle acque. Ci sono soltanto due bagni. E poi, mi chiedo, ci sono le autorizzazioni sanitarie ed ambientali, ci sono le dotazioni di urbanizzazione primaria, c’è l’autorizzazione unica ambientale?”.
Preziosi si rammarica anche di un altro fatto: “Lei non può fare di tutta erba un fascio tacciando tutti i commercianti di morosi. E poi, non dimentichiamo, che quella è un’area non soltanto di scambio commerciale ma anche di incontro, di socializzazione. Inoltre, potrebbe esserci anche del percolato in quella zona, visto che l’area attigua ospitava rifiuti”.
Il consigliere comunale, poi, si rivolge più all’ “amico” Festa che al sindaco: “Va messa da parte la durezza, il braccio di ferro non serve a niente. Occorre una condivisione delle scelte, noi siamo pronti a darti una mano”.
“Il trasferimento o la sospensione di un mercato deve essere deliberato dal consiglio comunale”, sottolinea Nicola Giordano con tanto di carte alla mano. “Tra tre mesi il mercato lo dovete spostare, perché le opere che avete realizzato sono abusive”.
“Vedo ancora una volta troppa approssimazione”, dice Luca Cipriano. “I dubbi che emergono, volendo metterli in fila, sono talmente tanti che conducono questa vicenda ad una bella porta in faccia. Ci sono tanti dubbi, sull’ordinanza, sulla mancanza di autorizzazioni. Su quell’area hanno sostato per tanto tempo le ecoballe. Non mi spiego perché tanta durezza, perché non immaginare una rateizzazione e un piano di rientro, perché mettere nelle condizioni un commerciante, seppur moroso, di regolarizzarsi di fretta. La città avrebbe avuto bisogno di una tregua, invece c’è una grande tensione sociale”.
“Questa è una delle pagine più tristi della sua amministrazione”, dice Ferdinando Picariello. “Per fare questo spostamento non c’è nemmeno uno dei requisiti richiesti dalla legge, il sindaco ha spostato il mercato in un cantiere. Chiedo la revoca in autotutela dell’ordinanza del 4 gennaio e il ripristino del mercato a Piazzale degli Irpini. Ma non mi basta, il sindaco deve chiedere scusa alla città ed ai commercianti”.
“Si poteva riflettere di più”, sottolinea Amalio Santoro. “Ci siamo trovati con lo spettacolo indecente dei ragazzi della provincia abbandonati nella landa del piazzale dello stadio, aumentano gli ingressi in città con le auto. Anche da parte mia un invito ad un ripensamento. Non si poteva pensare ad un posto peggiore di Campo Genova”.
“La sua è una deriva populista pericolosa, l’arroganza non dovrebbe far parte di quest’aula”, dice Francesco Iandolo rivolgendosi al sindaco. “La pista di pattinaggio ha determinato lo spostamento degli autobus”.
Prende la parola Gerardo Melillo: “Le decisioni impopolari sono quelle più difficili da sostenere. Questa vertenza ha raggiunto grandi livelli di rottura, bisogna evitare rancori”.