“In dieci anni l’Irpinia ha perso 15mila residenti. La soluzione è puntare sull’economia della terza età”. L’allarme al convegno delle Acli

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Alfredo Picariello – Non ci può essere un futuro degno di questo nome per il Mezzogiorno se non si è consapevoli che il fenomeno dello spopolamento è uno dei grandi problemi da affrontare. A mettere sul tavolo la delicata questione, Toni Ricciardi, storico delle Migrazioni dell’Università di Ginevra, nel corso del convegno organizzato dalle Acli della Campania a Mercogliano, dal titolo “Verso Sud. Per unire il Paese“.

“I dati macro – afferma Ricciardi – ci dicono che, dal 2010 ad oggi, in un decennio, la provincia di Avellino è passata da 430mila residenti a 415mila. In base a questo trend, se nel prossimo decennio continua così, l’Irpinia per la prima volta nella sua storia rischia di arrivare al di sotto dei 400mila abitanti. Sarebbe la cifra di una difficoltà demografica senza precedenti”.

Come invertire, allora, questa tendenza, è ovviamente una domanda che sorge spontanea. “La mia proposta, che può sembrare una provocazione – prosegue lo storico irpino – viene fuora da una consapevolezza, ovvero che l’unico investimento possibile per risollevare la provincia è puntare sull’economia della terza età. Sarebbe l’unico modo, quello di attrezzarsi per fornire servizi alla popolazione anziana. Questo potrebbe consentire di far rimanere i giovani in Irpinia o di richiamarne degli altri, giovani che a loro volta costruirebbero delle famiglie in loco. Ma stiamo parlando di un progetto che potrebbe vedere i propri frutti tra 20 o 30 anni”.

Oggi, il leit motiv della politica è, ormai, il fenomeno dello spopolamento. “Dieci anni fa – aggiunge Ricciardi – quando ho cominciato a parlarne, mi ridevano dietro, mi dicevano che ero un allarmista. Si è finalmente compreso che è questo il vero problema. E, finalmente, si sta cercando di affrontarlo”.