Gioco in Europa, normative e diffusione

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Il gioco d’azzardo in Europa ha una storia millenaria. Oggi, a dispetto di differenti forme e normative previste di Paese in Paese, il mercato del gioco in Europa può vantare un indotto di miliardi e miliardi di euro. Ecco qualche spunto per comprendere le differenti condizioni del gioco nei diversi Paesi europei.

Il gioco d’azzardo in Italia e le normative europee

Bisogna premettere che in Italia il gioco d’azzardo è sottoposto ad una apposita e autonoma disciplina: infatti, le normative europee autorizzano i diversi Paesi a regolare in modo autonomo il settore del gioco sul territorio nazionale.

Ebbene, in Italia tutte le forme di gioco considerate lecite sono esplicitamente regolamentate: ciò riguarda non soltanto le sale scommesse e i tradizionali giochi cartacei, ma anche i casinò online.

Infatti, l’Autorità di controllo sul gioco d’azzardo (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) sottopone a verifica e autorizzazione tutte le forme di gioco in Italia, dal poker online ai cash games, ivi inclusi anche i tradizionali giochi d’azzardo che si svolgono all’interno dei casinò. Ciò, peraltro, costituisce una forma di garanzia per gli utenti: infatti, soltanto gli operatori di gioco che dispongono di licenza AAMS sono da considerarsi perfettamente legali e sicuri per giocare in Italia.

Va anche evidenziato che negli ultimi anni si è fatta più urgente l’esigenza di limitare il patologico ricorso al gioco d’azzardo: ciò è confermato da recenti provvedimenti che hanno imposto il divieto di pubblicizzare i fornitori di gioco. Una novità normativa che potrebbe causare notevoli danni all’indotto, oltre che rappresentare l’occasione per far virare il flusso di gioco verso operatori illegali.

Quanto è diffuso il gioco negli altri Paesi europei?

Come anticipato, ciascun Paese europeo possiede alcune regole specifiche. Non potendo riferirci a tutti, bisogna allora prendere in considerazione – a titolo esemplificativo – solo i mercati più grandi o quelli interessati dalle normative più particolari.

Sotto il primo profilo, è il Regno Unito il Paese con il più grande mercato di gioco d’azzardo nell’Unione Europea. Ciò è favorito da una legislazione particolarmente favorevole e, al contempo, rigida contro gli abusi. Infatti, in UK l’attività di gioco è regolata da un’apposita autorità (UK Gambling Commission) che possiede autonomi poteri legislativi per regolamentare l’intero settore.

In modo simile a quanto avviene in Italia, questa autorità fornisce le licenze agli operatori che desiderano offrire giochi, purché posseggano certi requisiti e forniscano adeguate garanzie. Ciascun tipo di gioco, peraltro, è esplicitamente regolamentato dalla legge, così da offrire la massima protezione ai consumatori senza eliminare il divertimento connesso a questa attività.

Peraltro, come si diceva, la legislazione non è affatto permissiva, pur offrendo condizioni favorevoli per il mercato. Ne è esempio il fatto che gli operatori di altri Paesi, pur godendo all’interno di questi ultimi l’autorizzazione amministrativa, devono ottenere dell’apposito visto Gambling per poter accedere al mercato britannico: ad esempio, un casinò online AAMS non potrà operare prima di aver ottenuto l’apposita licenza.

Le normative più restrittive sul gioco in Europa

Sul versante opposto si situano alcuni Paesi che hanno introdotto limiti più o meno ampi al gioco d’azzardo e alla possibilità dei diversi operatori di affacciarsi al mercato. Un esempio in tal senso è rappresentato dalla Francia, nota per essere la patria di molti giochi tradizionali da casinò.

Ebbene, Oltralpe è vietato agli operatori del gioco d’azzardo online offrire giochi da casinò: questo perché la forte pressione degli operatori fisici ha impedito – spingendo il Governo in tal senso – una vera e propria liberalizzazione del mercato, come invece accaduto in Italia o nel Regno Unito.

Neanche le recenti pressioni provenienti dall’UE hanno indotto modifiche sostanziali: infatti, la più recente novità normativa in materia ha semplicemente portato all’introduzione di un’autorità di controllo, mentre gli operatori online in Francia rimangono ancorati all’offerta di giochi diversi da quelli da casinò, come scommesse sportive e poker.

Nello stesso senso va anche la legislazione greca: in questo Paese, infatti, un medesimo operatore che volesse operare nel comparto betting e in quello legato ai giochi tradizionali, sarà costretto a richiedere due licenze diverse e ad offrire piattaforme indipendenti ai giocatori.

Il motivo è da ricercarsi, più che nella struttura del mercato del gioco in Grecia, nell’esigenza del Governo di far cassa: infatti, le licenze per i bookmaker e per i casinò online (valide entrambe per la durata di sette anni) ammontano, rispettivamente, alla ragguardevole cifra di tre milioni e due milioni di euro. Si richiede, inoltre, che l’operatore abbia una sede ufficiale nell’Unione Europea e vige il divieto di stipulare partnership con aziende diverse da quelle iscritte nelle Camere di Commercio Elleniche.