Alfredo Picariello – Maggioranza, Si Può e M5S da una parte; Mai Più, Pd, Avellino Più e Laboratorio Avellino dall’altra. La minoranza si “divide” sull’Alto Calore. In consiglio comunale due proposte di ordine del giorno, due mozioni. Passa quella della maggioranza con il sostegno di Santoro e Picariello, bocciata quello dell’opposizione. “Abbiamo trovato un muro, peccato dividersi su un argomento così importante”. afferma Cipriano. “L’obiettivo della maggioranza, che questa sera si allarga, era trovare un caprio espiatorio. Ciarcia sì, Ciarcia no: non è questo il tema. Il consiglio comunale non è chiamato a votare la sfiducia all’amministratore delegato dell’Alto Calore. Noi ci siamo attenuti a principi generali”. Iandolo rilancia: “Il modello di gestione resterà sempre lo stesso, anche se dovesse cambiare il manager. Qui si fa finta di cambiare tutto, invece non ci cambia niente”.
“Sgomberiamo il campo da allusioni di allargamento della maggioranza, soprattutto se detto da chi sta con un piede e mezzo nel mondo democrat”, dice Santoro. “C’è bisogno di una terapia chirurgica per salvare l’Alto Calore, non di una terapia medica. Questa sera c’era bisogno di uno scatto in avanti. Sulla mia proposta si è creato un consenso ampio, ma non si è creata nessuna nuova maggioranza”. “Oggi si consuma l’ennesima pagina, evidente, di ch vuole difendere un sistema che ha prodotto 140 milioni di debiti”, dice Picariello. “Il Pd finge di difendere l’acqua pubblica ma poi è a favore di un piano, quello Pozzoli, che è totalmente inadeguato. Per noi è importante una presa di posizione diversa da quella di Cipriano e degli altri”.
“Nessuno vuole cambiare qualcuno, nessuno vuole poltrone, ma un cambio di marcia è necessario. Il piano Pozzoli ha delle criticità, un nuovo piano va redatto da chi ha capacità manageriali”, dice Diego Guerriero della maggioranza.
La mozione presentata da Santoro: “Una fase nuova ha bisogno anche di interpreti nuovi, questo è il senso dell’ordine del giorno”. La mozione prende atto del pesante passivo dell’Alto Calore e dell’assenza di un piano di risanamento. Gli orientamenti: “Garantire che il servizio idrico resti in mano pubblica; opporsi a qualsiasi modifica dello statuto che consenta l’ingresso del privato; sollecitare la Regione Campania ad un piano di sostegno finanziario; si provveda ad azzerare gli attuali vertici dell’Alto Calore: serve una gestione dalle spiccate doti manageriali. La nuova gestione deve impegnarsi in un nuovo piano di risanamento”. Ed è questo il punto che ha sollevato la “rabbia” dei cinque consiglieri di minoranza. “E’stata inserita una forzatura che non si poteva inserire”, commenta Giordano. “Si apre la strada ad una nuova lottizzazione dell’Alto Calore”, dice Cipriano che lascia l’aula.
Prima del voto, parla il sindaco: “Abbiamo ascoltato la critica alla gestione politica all’Alto Calore ma poi, al momento opportuno, ci si è dati alla fuga. Si predica bene e si razzola male. Siamo passati dalla difesa dell’acqua pubblica alla difesa della poltrona, è assurdo. Da oggi, quest’opposizione è finita, pensano solo alla conquista di qualche poltrona. Il piano Pozzoli è lo strumento per portare l’Alto Calore al fallimento ed alla privatizzazione”.
Dal canto suo l’opposizione, in sostanza, chiedeva, tra le altre cose, di attivare ogni azione volta ad evitare il fallimento della Alto Calore Servizi S.p.A, sostenendo, nella maggiore misura possibile, il Piano di risanamento Pozzoli già approvato dall’Assemblea dei Soci; di opporsi qualsiasi modifica allo statuto della Alto Calore Servizi S.p.A. che favorisca l’ingresso nel capitale sociale di società private o di aziende a qualsiasi titolo partecipate da privati, anche in via minoritaria; proporre all’assemblea dei soci della società Alto Calore Servizi S.p.A. di abbassare la soglia debitoria potenziando in primis la riscossione dei crediti vantati nei confronti dalle grandi utenze, a partire da enti pubblici e aziende; proporre ai Comuni soci della società Alto Calore Servizi S.p.A. di richiedere ufficialmente al Governo di sostenerli nel loro percorso di risanamento appoggiandoli nella eventuale richiesta di mutuo e in tutte le altre azioni che si ritengano opportune per il salvataggio dell’Ente.