Perché gli italiani hanno problemi con l’inglese?

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Quante volte è stato ribadito che imparare l’inglese è difficile e che soprattutto gli italiani sono “negati” nonché hanno problemi ad imparare questa lingua? Ma cosa c’è realmente dietro a questo “blocco linguistico”?

L’inglese è una lingua tutt’altro che complicata: le regole grammaticali sono poche e semplici, la costruzione delle frasi non è troppo articolata e la maggior parte dei verbi sono ormai di uso comune tanto che, in alcuni casi, anche chi non ha mai svolto un corso di inglese può conoscerli.

Gli italiani invece sono avvezzi ad una lingua piena di regole, con una grammatica complessa ed articolata e sin dai banchi di scuola si sono abituati a scontrarsi con spinose declinazioni dei verbi ed un vocabolario più che variegato.

Ma allora qual è la problematica che rende così difficile agli italiani imparare la lingua inglese?

Innanzitutto l’inglese adotta un sistema linguistico completamente diverso da quello italiano: la lingua italiana è di ceppo neolatino mentre l’inglese deriva da quello anglo-germanico.

Inoltre gli italiani sono inclini ad utilizzare il metodo di apprendimento acquisito con il proprio idioma anche con quelli stranieri: concentrandosi maggiormente sulla teoria, sulle regole, sulla grammatica e poco sulla pratica, sulla formulazione esatta delle frasi e soprattutto sulla pronuncia corretta delle parole.

Da qui ne nasce il noto “inglese maccheronico”, ovvero un inglese utilizzato specialmente dagli italiani, storpiato e dalla pronuncia tutt’altro che britannica.

Come avere una pronuncia corretta in inglese?

Per imparare correttamente una lingua e sviluppare una pronuncia corretta dell’idioma bisogna praticarla ed utilizzarla quotidianamente.

Questo è valido soprattutto per l’inglese, per il quale solo parlandolo ed utilizzandolo ogni singolo giorno si può arrivare a padroneggiarlo davvero.

Un metodo per imparare fluentemente la pronuncia della lingua inglese è quello di assimilarla direttamente da chi la usa ogni giorno, ovvero gli inglesi: se è possibile effettuare un soggiorno all’estero, anche di breve durata, può aiutare non solo a fare pratica ma permette anche all’italiano più timido di “buttarsi” in una conversazione in lingua inglese, che difficilmente può svolgere nel proprio paese d’origine. Inoltre può ascoltare la corretta pronuncia e così assimilarla correttamente.

Purtroppo molto spesso non è possibile andare all’estero e fare soggiorni studio o di lavoro per fare pratica di conversazione: in questi casi bisogna costruire, passo dopo passo, la propria formazione linguistica in maniera autodidatta attraverso l’ausilio di lezioni con madrelingua oppure facendosi aiutare con metodi di apprendimento innovativi.

Ci sono corsi online pratici ed efficaci per imparare la corretta pronuncia della lingua inglese: questo corso utilizza un sistema di apprendimento alternativo basato non sullo studio ma sulla pratica diretta.

Per avere un’idea sul metodo utilizzato si possono esaminare sul sito le varie lezioni, un esempio è la lezione dedicata ai giorni della settimana in inglese pronuncia e regole grammaticali.

Le difficoltà degli italiani all’estero

Molti italiani decidono, per studio, lavoro oppure semplicemente per fare un’esperienza formativa, di trasferirsi all’estero.

In qualsiasi posto si scelga di andare, bisogna possedere una base di conoscenza della lingua inglese e padroneggiarla almeno discretamente: questo non solo permette di dialogare con chiunque, ma anche di chiedere e ricevere le opportune informazioni nonché conoscere la lingua risulta indispensabile anche per entrare nel mercato del lavoro.

Chi sceglie di trasferirsi per un certo periodo all’estero può perfezionare la lingua a patto che ogni giorno si confronti e faccia pratica di conversazione con gli autoctoni e non con altri italiani: questo infatti è uno degli errori più praticati da chi va all’estero, ovvero di relazionarsi maggiormente con i propri connazionali e molto meno con la gente del luogo.

Sicuramente il primo periodo può risultare decisamente “traumatico” perché non solo si cambia il proprio paese e si lascia la propria casa, i familiari, gli amici ma perché ci si ritrova in un posto nuovo, ancora sconosciuto, nel quale non si conosce nulla e soprattutto nel quale si parla una lingua completamente diversa dalla propria.

Ma una volta superato lo scoglio iniziale, l’esperienza all’estero può sicuramente arricchire il proprio bagaglio linguistico e culturale.