“Non siamo la terza forza, non rappresentiamo l’utilità marginale del sistema bipartitico, perché la nostra potenza sta nell’accelerare la caduta del sistema del bipartitismo e ricreare il pluralismo culturale nel paese”. L’onorevole Ciriaco De Mita, presidente del comitato regionale della Costituente per l’Unione di Centro della Campania, ha spiegato così alle migliaia di persone presenti presso l’auditorium della Conciliazione di Roma il progetto politico che sottende alla nascita del partito della nazione. L’assemblea nazionale dell’Udc è stata convocata per illustrare il momento politico attuale e tracciare le prospettive verso il partito della nazione. L’ex capo del governo è intervenuto intorno alle ore 12,30 dopo gli interventi di Bruno Tabacci e Ferdinando Adornato che hanno confermato: “…prima il recupero della identità, poi le alleanze. Il partito della nazione sarà una grande forza tranquilla dei moderati che non vogliono stare con Franceschini, che imita Bertinotti, né con Veltroni, il quale imita Berlusconi”. De Mita ha percorso nuovamente e sinteticamente le grandi questioni storiche e culturali che hanno determinato le più significative scelte di fondo del nostro sistema democratico, aggiungendo che la ricostruzione degli eventi è necessaria per poterli governare. “Il dramma della democrazia è quello di aver accresciuto i diritti e non le istituzioni a loro tutela – ha precisato – ed il Pd è fallito nell’idea di affrontare i problemi del paese con una condizione di dominio sulle cose”. Il suo intervento era molto atteso: le sue riflessioni rappresentano un evento di particolare interesse, poi perché si attendeva un passaggio sulle alleanze. De Mita ha spiegato ancora una volta che la questione non è con chi si va: “…se accettassimo questa logica – ha affermato – saremmo dentro le ragioni della crisi. Il bipartitismo non funziona e dei due partiti uno non c’è e l’altro sta così così”. Il presidente De Mita ha attaccato la politica degli annunci e la logica che guida il federalismo fiscale. Un passaggio anche sul presidenzialismo, ribadendo la necessità che il parlamento conservi un ruolo forte a prescindere dalla forma presidenziale o parlamentare dello Stato. Dopo il suo intervento, lungamente applaudito, sono saliti sul palco Rocco Buttiglione e Francesco D’Onofrio. Alla ripresa le conclusioni dell’onorevole Pierferdinando Casini. Molto nutrita la partecipazione degli irpini. Tra il pubblico Giuseppe De Mita, Enza Ambrosone, Mario Bruno, Giuseppe Solimine, Luciano Leone, Rosetta Casciano, Angelo D’Amelio, Crescenzo Pratola, Angelo Lionetti, Giuseppe Tecce, Giuseppe Del Giudice e tanti altri amministratori provenienti da tutte le zone della provincia di Avellino.
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