Nusco – Del Giudice saluta gli elettori con una lunga lettera

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Una lettera aperta ai suoi elettori. Così Giuseppe Del Giudice ‘saluta’ quanti lo hanno sostenuto in questi anni di governo comunale e quanti hanno lavorato con lui per rendere migliore il Comune di Nusco.

“Cari cittadini,
a conclusione del mio mandato sento il bisogno di ringraziarvi per l’opportunità che mi avete dato di servire il nostro paese in questi anni. Ed anche per il grande affetto che pubblicamente e privatamente avete testimoniato nelle ultime settimane. Svolgere il ruolo di sindaco è una esperienza che dovrebbe fare chiunque voglia fare politica: è come una doccia gelida che ti risveglia dalle euforiche teorie di gioventù; è come un pugno nello stomaco che rende corto il respiro delle utopie; è come tuffarsi nel tempestoso mare della vicenda umana con le sue nobiltà e le sue miserie. Per non parlare dell’inferno della burocrazia, della giungla delle leggi, della lentezza paralizzante della pubblica amministrazione, della quantità di enti e organismi clonati e spesso inutili con cui combattere, della scure continua dei tagli di risorse economiche. Cinque anni di amministrazione non sono pochi, ma nemmeno tanti. E’ un po’ come la vita: c’è sempre un mix tra ciò che si eredita, ciò che si realizza ex novo e quello che infine si lascia in eredità. Sono partito dai giovani. Chissà, forse per l’età o forse perché più degli altri ne conoscevo i bisogni. E difatti per uno strano scherzo del destino, il primo progetto della mia amministrazione è stato quello del campetto di calcetto in villa nuova, la prima struttura riaperta è stata lo stadio di calcio (divenuto nel frattempo un vero e proprio gioiello per lo sport di tutta l’alta irpinia) e l’ultimo intervento è la costruzione entro giugno della tendo-struttura per lo sport d’inverno.
I ragazzi chiedevano di poter far musica, di avere internet più veloce, di portare qualche cantante famoso in estate: e cosi è nato il C.P.M., sono arrivati l’ADSL e il Wireless, e abbiamo ascoltato i concerti di Dolcenera, Fabio Concato, Sal Da Vinci, Eugenio Bennato, Teresa De Sio, Enzo Avitabile, gli Almamegretta, Tony Esposito, Enzo Gragnaniello ecc. Avevamo una sentenza di sfratto e un contenzioso in atto con le Poste ma nel 2007 siamo riusciti a sbloccare la situazione al ministero delle comunicazioni e a realizzare in breve tempo i nuovi uffici di via Roma. Mentre la campania ha vissuto gli anni più bui e vergognosi dell’emergenza rifiuti, Nusco sembrava essere un comune di un’altra regione con i suoi programmi di raccolta differenziata spinta, il porta a porta esteso anche alle periferie, l’eliminazione dei cassonetti dal centro storico.
Molte mamme lamentavano l’assenza dell’asilo nido per i bimbi da 13 mesi a tre anni: oggi siamo tra i pochi comuni della provincia ad averne uno. La stazione dei carabinieri di Nusco da tempo denunciava l’esigenza di una nuova e più idonea struttura: entro giugno partiranno i lavori in via Piano della nuova caserma. E potrei continuare parlando della regolarizzazione delle attività produttive con la salvaguardia di decine di posti di lavoro; del costante e proficuo rapporto avuto con l’area industriale; dell’apertura del centro delle biodiversità in località Cerri di S.Amato; dell’apertura del centro CAI a Cesine; della nuova piazza mercato e dell’autostazione AIR a ponteromito; della nuova biblioteca comunale; del festival della poesia del sud; del rilancio della notte dei falò sul tema del mediterraneo; della festa delle contrade; delle tante strade rurali realizzate (la prossima sarà fontigliano e prima dell’estate fiorentino I e II) ; del rifacimento delle ville comunali; delle piazze e del corso in pietra locale (ci sono già i fondi per piazza Natale); del recupero dell’area del castello; del recupero architettonico di Fontana Grande (che inaugureremo a pasquetta). Ma ci si chiede: come mai nonostante tutta questa mole di lavoro non si avverte complessivamente un miglioramento delle condizioni di vita nel paese, anzi ci sembra di peggiorare? A parte lo svuotamento del centro storico dopo il terremoto del 1980 si aggiungono nuove, complesse e poco comprese questioni: 1) la drammaticità del vivere locale in un contesto globale che oggi scarica direttamente le sue dinamiche e le sue crisi sulle nostre vite 2) la progressiva agonia delle periferie e delle aree marginali come la nostra 3) la fine della comunità paese e delle forme con cui tradizionalmente siamo abituati a declinarla 4) una nuova classe dirigente parlamentare che conta poco o nulla sul piano nazionale.
La bravura di chi vuol fare l’amministratore oggi consiste nel gestire al meglio questo processo decadente, questa parabola discendente. Anche io a Nusco ho avvertito questo disagio, questo malessere diffuso. E così ho maturato nel corso della scorsa estate il convincimento della necessità di un gesto, come quello di non ricandidarmi, che potesse riaprire lo spazio di discussione nel paese, favorire il coinvolgimento, la partecipazione, rompere una condizione di stagnazione. Ne ho parlato a lungo e da tempo con i miei amici e i miei collaboratori più stretti, che ne sono testimoni. L’ho annunciato pubblicamente in una affollata assemblea svoltasi il 14 dicembre in biblioteca comunale. Il mio eventuale impegno al piano di zona sociale, su cui si è detto e scritto senza ritegno, , è storia di questi giorni, quindi successiva a una decisione già presa. Un doveroso grazie agli assessori, ai consiglieri, ai dipendenti del comune e ai tanti amici con cui ho collaborato in questi anni. Ma principalmente sento il bisogno di ringraziare i cittadini, tutti, anche quelli che mi hanno aspramente criticato. A tutti vorrei dire che ho cercato di portare avanti le mie idee con coerenza, tenendo aperta tutti i giorni e a qualsiasi ora la porta del mio ufficio. Tutti noi a questa terra siamo condannati ma ne abbiamo maledettamente bisogno per raccontarla e raccontarci… così ho scritto nella prefazione del libro “Pietre e nuvole” edito dall’amministrazione comunale, di prossima presentazione, che vorrei offrire come omaggio sincero a tutta la cittadinanza”.

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