Avellino, spaccio a scuola: l’indagine nata da quei sei nomi

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di Andrea Fantucchio – Un “pizzino” con sei nomi, tutto è iniziato da lì. Cinque ragazzi e una ragazza. Qualche cifra, le strade. E’ stato sufficiente. Un anno dopo quegli accertamenti sono sfociati in quattro arresti e un giro di spaccio stroncato definitivamente dai carabinieri di Avellino. E’ questo uno dei dettagli più interessanti che emerge dall’ordinanza di custodia cautelare, a carico di quattro persone, firmata dal gip, Marcello Rotondi. Diciassette pagine che ricostruiscono la mappa dello spaccio: cortile dell’ex cinema Eliseo, la galleria Mancini, ma anche lo spazio antistante la scuola Ipia Amatucci e l’istituto Cattaneo. Gli accertamenti dei carabinieri hanno permesso di ricostruire anche come si davano appuntamento gli indagati: tre ragazzi di Avellino e uno di Pietradefusi. Lo facevano attraverso messaggi di Telegram e Instagram.

Lo stupefacente veniva venduto a dosi da venti o trenta euro. Per lo più hashish, ma non mancava la marijuana. Ne hanno parlato, con dovizia di particolari, gli acquirenti ascoltati. Molti hanno “vuotato il sacco” e confessato che l’acquisto di droga avveniva anche davanti a note discoteche e locali.

“Più volte – dice uno di loro ai carabinieri – ho comprato l’hashish davanti alla nostra scuola o a Viale Italia”.

Tutto però, come detto, è iniziato da quel “pizzino”. Trovato nell’armadio della camera da letto di un ragazzo di San Tommaso, condannato in primo grado con l’abbreviato, per il tentato sequestro e le lesioni a un coetaneo di Altavilla. Da quei nomi si è arrivato a primi due arresti e sequestri di cellulari. Oltre a un appostamento in un parco di via Alfredo Amatucci. Dove i carabinieri hanno sorpreso tre giovani che si disfacevano di due pezzi di hashish. Così è nata l’attività di intercettazione. Ed è stato decifrato il linguaggio in codice: “pizza”, “cioccolata”, “stecche”, per riferirsi alla droga. Un’attività di indagine affidata alla compagnia e alla stazione di Avellino, guidate rispettivamente dal capitano Francesco Nicolò Pirronti e dal comandante Bruno Ronca. Nei prossimi giorni gli indagati, difesi fra gli altri dagli avvocati Alberico Villani e Roberto Romano, compariranno di fronte al gip per essere interrogati. Il comando provinciale, guidato dal colonnello Massimo Cagnazzo, ha intensificato i controlli davanti ai luoghi sensibili, come le scuole, proprio per debellare il fenomeno dello spaccio fra giovanissimi.