“Montoro Democratica”: “Con Bianchino ridotta la pressione fiscale”

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“La campagna elettorale si è ormai chiusa da un pezzo eppure si continuano a diffondere notizie artatamente false. Eppure abbiamo a che fare con i numeri e la matematica, per fortuna almeno quella, ancora non è diventata un’opinione”.

“Montoro Democratica” carica a testa bassa contro l’attuale maggioranza e difende l’operato di Bianchino. “Non solo è palesemente falso che le aliquote IMU e TASI della città di Montoro, da Consuntivo 2018, siano ai livelli massimi consentiti dalla legge ma è anche, allo stesso tempo, rigorosamente vero che dal 2014 al 2018 si è realizzata una progressiva riduzione delle stesse”.

“L’aliquota ordinaria IMU è passata dall’8,6 per mille all’8,3 mentre l’aliquota TASI è passata dal 2,5 al 2,0 per mille. I livelli massimi consentiti dalla legge sono rispettivamente 10,6 e 2,5. E allora?”

“Vogliamo parlare della TARI? Secondo voi come si colloca Montoro con una spesa annua pro capite nel 2018 pari a 135,40 euro in un contesto in cui la media nazionale è di 302 euro, la media per aree geografiche vede il Sud a quota 357 euro, la media regionale per la nostra Campania è di 422 euro, quella della Provincia di Avellino è di 331 euro (fonte Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva 2018), per non fare esplici riferimenti a municipalità a noi vicine, per posizione geografica o per dimensione demografica, che fanno registrare una spesa pro capite a noi sempre superiore (tra i 172,11 euro e i 253,00 euro)”.

“Montoro Democratica” rimarca come “dal 2014 al 2018 la Tassa Rifiuti sia diminuita in modo graduale ma progressivo: possono verificarlo facilmente le famiglie ma lo hanno già verificato ancor di più le utenze non domestiche. Dobbiamo fare qualche esempio? Una famiglia di 4 componenti residenti in un’abitazione di 90 mq (la famiglia media montorese) nel 2014 pagava 393 euro, nel 2018 ha pagato 354 euro”.

“Un’attività economica tipo BAR nel 2014 per 100 mq pagava 995 euro annui, nel 2018 ne ha pagati 624. Uno studio professionale di 55 mq nel 2014 ha pagato 474 euro mentre nel 2018 ne ha pagati 314. Un negozio di abbigliamento di 100 mq ha pagato 829 euro nel 2014 e 550 euro nel 2018. Una pizzeria o un ristorante di 150 mq ha pagato nel 2014 1.881 euro e nel 2018 1.248 euro. Un negozio di ortofrutta o una pescheria – si legge ancora nella nota – di 60 mq ha pagato 977 euro nel 2014 e 648 euro nel 2018”.

“Le riduzioni drastiche ed eclatanti non servono se non a rappresentare mance elettorali. Dal nostro canto, ci siamo adoperati per ridurre la pressione fiscale, preservando gli equilibri di bilancio per una gestione prudente, che desse fondamenta solide al nuovo Comune ed ai suoi Cittadini, in modo quindi strutturale e non estemporaneo. Altri, di contro, si sono sempre adoperati ed ancora si adoperano per diffondere disinformazione. Con una unica differenza, noi abbiamo dalla nostra parte numeri che non mentono”.