Avellino – Scoperte in centro case a luci rosse gestite da cinesi

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Avellino – A seguito di numerose segnalazioni degli abitanti della zona, sono state attivate delle indagini in via Masucci dal personale della III sezione della Squadra Mobile. Le indagini hanno portato all’individuazione e al sequestro di una casa di prostituzione gestita da cittadini cinesi. Nella circostanza gli agenti, dopo aver accertato che all’interno dell’alcova c’era un cliente, hanno fatto irruzione nell’appartamento cogliendo in flagranza di reato una cittadina cinese di 29 anni. All’interno dell’abitazione è stata anche rinvenuta una somma di denaro di oltre mille euro e numerosi profilattici. Oltre alla donna è stata deferita anche un’altra cittadina cinese, di 41 anni, individuata come la ‘direttrice’ dell’alcova. La donna, dopo aver locato l’appartamento di via Masucci, richiedeva da tempo a un quotidiano nazionale l’inserzione di numerosi annunci finalizzati inequivocabilmente ad attirare clienti. La 29enne, senza permesso di soggiorno, è stata espulsa con intimazione del Questore a lasciare dal territorio italiano. Da ulteriori indagini risulta che la ‘maitresse’ cinese gestiva anche un’altra casa di prostituzione a Napoli.

Inoltre nella giornata di ieri lo stesso personale, nel prosieguo delle indagini, ha individuato in pieno centro, in via largo Ferriera, una seconda casa di appuntamenti. Anche questa gestita da cittadini cinesi. Dopo aver individuato l’abitazione, gli agenti sono intervenuti ed a seguito di una perquisizione, è stata rinvenuta e sequestrata la somma di mille euro e sono stati ritrovati numerosi profilattici, il telefonino e la sim card indicata negli annunci che quasi giornalmente apparivano su un quotidiano nazionale. L’abitazione è stata sottoposta a sequestro con relativa apposizione di sigilli. È stato inoltre deferito un cittadino cinese di 34 anni con pregiudizi penali specifici, risultato gestore di altre due case di prostituzione operanti nella provincia di Napoli. A seguito delle indagini svolte, gli agenti della Questura sono giunti ad una stima dei ‘profitti’ del mercato della prostituzione in città e in provincia: le alcove, in cui operavano prostitute provenienti dalla Cina settentrionale a sud della Manciuria, renderebbe intorno ai 5-6 mila euro la settimana. Sono attualmente in corso ulteriori indagini finalizzate all’identificazione di altre persone coinvolte.

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