Fonderia Pianodardine: la posizione di “Salviamo la Valle del Sabato”

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A seguire la nota dell’associazione “Salviamo la Valle del Sabato” sul progetto della nuova fonderia di Pianodardine discusso questa mattina ad Avellino:

“La Conferenza dei servizi, svoltasi stamane presso la sede della Regione Campania a Collina Liguorini di Avellino,  relativa al progetto di una nuova fonderia a Pianodardine, ha prodotto il voto contrario del Comune di Avellino e del Consorzio ASI.

Sono emerse inoltre moltissime carenze tecniche e procedurali, segnalate dalla stessa Regione Campania, dall’Ente Provincia e dall’Arpac. Contrarietà al progetto è stata espressa dal nostro comitato, dal WWF e dai Meetup di Avellino e di Atripalda. Abbiamo accolto con molto favore la posizione del Comune capoluogo, rappresentata in conferenza dall’ing. Cicalese, che ha illustrato i contenuti di una nota a firma del  Commissario Priolo con la quale, facendo riferimento alle condizioni di inquinamento atmosferico della città e alle delibere votate all’unanimità dal consiglio comunale, è stato espresso parere contrario.

Questo parere, che per noi è di grande peso, ci ha particolarmente soddisfatto perché il Commissario Priolo ha accolto l’essenza della nostra lettera aperta con la quale gli chiedevamo di impedire la realizzazione della fonderia che può solo peggiorare le già gravi condizioni dell’aria. Abbiamo chiesto all’ARPAC, senza ottenere risposta, chi si occupa dell’effetto sommatoria delle emissioni in atmosfera. Abbiamo detto che per noi è intollerabile che si continui ad operare n maniera totalmente avulsa dal contesto reale e con il classico paraocchi della burocrazia che lavora a compartimenti a tenuta stagna.

Dalla discussione è emerso che l’ASI deve urgentemente mettere mano al suo strumento urbanistico, prevedendo vincoli e regolamentando l’insediamento di nuove attività. Per la verità questo lavoro doveva essere stato già fatto e non comprendiamo perché la politica fa sempre finta di non vedere, di non sentire e di non capire. Da sempre chiediamo una progressiva riconversione dell’area industriale con attività ecocompatibili, vista l’orografia e la concomitanza di veri e propri agglomerati urbani: questa è per noi la strada, altro che fonderie o combustioni varie. Basta!

Su questo punto siamo pronti a chiamare ognuno alle sue responsabilità: è da dopo l’incendio IRM (2005 – sono 14 anni) che la situazione della valle è conosciuta. Nel 2011 c’è stato lo studio del CNR (realizzato con finanziamento pubblico) che ha ribadito i concetti e da quattro anni le centraline dell’ARPAC sfornano dati catastrofici sulla qualità dell’aria. Cosa si aspetta? Siamo ancora ai faremo e ai diremo?

La conferenza si è conclusa con la concessione di 30 giorni al proponente affinché riformuli l’istanza con le indicazioni fornite, ma crediamo che le criticità evidenziate siano difficilmente superabili”.