Dopo una settimana finisce la fuga degli amanti di Mercogliano

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Dopo una settimana e mezzo di silenzio, durante la quale avevano fatto perdere quasi completamente le loro tracce, i due ragazzi protagonisti della sparatoria dello scorso 13 gennaio, in via Aldo Moro a Mercogliano, sono finalmente caduti nella trappola tesa loro dai militari dell’Arma. Proprio ieri sera, intorno alle 23.30, infatti, i due ragazzi, Raffaele Santaniello del 1979 e Franca Perone, classe 1981, sono stati sorpresi dai Carabinieri del Nucleo Operativo di Avellino e della locale stazione mentre si apprestavano, in compagnia di altre due ragazze, a riprendere la Smart For Four usata nella fuga e da allora nascosta all’interno di un garage di Mercogliano. I militari sono arrivati ad acciuffare i due giovani amanti proprio grazie ad una di quelle due amiche in loro compagnia, una ragazza italiana del 1978 le cui iniziali sono D.S., che ieri sera li ha seguiti nei pressi dell’autovettura assieme ad un’altra amica comune ed una ragazza polacca le cui iniziali sono sempre D.S. di 30 anni. Entrambe le ragazze, per tutta la durata della fuga dei due piccioncini, sono rimaste in stretto contatto telefonico con Franca Perone al fine di soddisfare tutte le loro necessità durante il periodo di fuga. Ma i militari della stazione di Mercogliano erano ben a conoscenza del fatto che Franca, la nuova fiamma del giovane attentatore, era legata da una strettissima amicizia a queste altre due ragazze, di cui una addirittura sua coinquilina e da subito le hanno tenute sotto controllo con la certezza che le avrebbero portati proprio ai due fuggitivi. E così è stato. Dopo alcuni giorni di pedinamenti ed appostamenti, è bastato seguire i loro movimenti e controllare il traffico telefonico delle due ragazze per poter finalmente acciuffare, in nemmeno di dieci giorni, il giovane che aveva tentato di uccidere lo zio della moglie. Raffaele Santaniello, persona molto vicina al clan Cava per aver sposato la figlia del più noto Fiore Cava – deceduto nella faida contro il clan dei Graziano – aveva da 2 mesi abbandonato moglie e figli per trasferirsi a Mercogliano, in compagnia della nuova fidanzata. Questa scelta non era stata condivisa dallo zio della moglie che il 13 gennaio aveva tentato di far desistere il giovane e convincerlo a ritornare con la consorte a Moschiano. Avendo avuto notizia del possibile incontro tra i quattro giovani, i Carabinieri si sono appostati in attesa dell’arrivo dei due piccioncini, giunti sul posto alle 23.30 di ieri sera. Al momento del fermo, non solo i militari hanno potuto ritrovare l’autovettura che martedì scorso era stata usata per la fuga, come dichiarato da testimoni presenti sul posto. Dopo perquisizione personale, i Carabinieri hanno trovato anche una pistola che le opportune comparazioni potrebbero anche dimostrare corrispondere a quella utilizzata per cercare di uccidere lo zio. Sulla base di questi accertamenti investigativi, i militari della Compagnia di Avellino, in accordo con la Procura della Repubblica di Avellino diretta dal Mario Aristide Romano e con la dottoressa Aquilina Piciocchi ed il dottor Elia Taddeo, incaricati delle indagini, hanno tratto in arresto tutti e quattro i giovani. Infatti, se per i due fuggitivi l’accusa a loro carico è di tentato omicidio in concorso, le altre due ragazze dovranno rispondere di favoreggiamento personale, avendo coperto e favorito la fuga dei due amanti per tutto questo tempo. I quattro ragazzi sono stati quindi portati direttamente presso il carcere di Bellizzi Irpino, dove permarranno prima di essere escussi dai magistrati del Tribunale di Avellino, che poi dovrà decidere sulla loro ulteriore permanenza presso la Casa circondariale del capoluogo irpino, come misura cautelare in attesa del processo.

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