Consuntivo, dissesto e sfiducia: un novembre caldo. E Cipriano minaccia le barricate

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Marco Imbimbo – Il Consiglio Comunale si prepara al round di domani sull’approvazione del Consuntivo 2017, quello redatto dal commissario Mario Tommasino. Le posizioni già si dividono perché c’è chi, come “Mai più”, si prepara ad approvarlo convinto della bontà di un atto redatto da un organo terzo, ma c’è anche chi lo ritiene incompleto e punta a presentare degli emendamenti, come Forza Italia.

Il tutto in attesa che venga calendarizzato il Consiglio Comunale sulla mozione di sfiducia, ma soprattutto quello sulla dichiarazione di dissesto, preparata dall’amministrazione Ciampi, ma che fa già registrare delle posizioni di cautela. Se l’amministrazione vuole mandare in default il Comune, lo sta facendo con il parere sfavorevole del ragioniere capo che, invece, consiglia un piano di riequilibrio pluriennale, mentre ancora non è arrivato il parere dei revisori dei conti. Dissesto che rischia di condizionare anche la sfiducia perchè, se da un lato Cipriano, Dino Preziosi ma anche i Popolari, sostengono che debba arrivare in Aula solo dopo la discussione sul dissesto, il Partito Democratico vorrebbe sfiduciare Ciampi e lasciare al commissario prefettizio l’onere di valutare o meno il dissesto.

Tutti questi argomenti sono stati oggetto della conferenza di capigruppo, a cominciare dal Consuntivo 2017 che, Forza Italia, definisce una «mezza operazione verità».

«Le difficoltà economiche dell’ente sono oggettive – spiega il capogruppo Ines Fruncillo – però non siamo disposti a sottoscrivere un’operazione verità che si concretizza per metà». Secondo Fruncillo la situazione finanziaria sarebbe ancora più drammatica con Forza Italia che potrebbe anche presentare degli emendamenti in Aula per fare chiarezza sui conti.

La stessa chiarezza, inoltre, viene invocata anche sul dissesto perché «ad oggi, ci troviamo con un parere del ragioniere capo che è in controtendenza rispetto all’amministrazione – spiega Fruncillo. Aspettiamo la relazione dei revisori dei conti per avere una valutazione complessiva di quello che è lo stato dell’arte delle finanze del Comune».

Il fatto che il Rendiconto sia stato redatto da un commissario prefettizio, invece, viene giudicato sufficiente dal gruppo “Mai più” per esprimere il voto favorevole. «Approveremo il rendiconto redatto da un soggetto terzo, a cui speriamo possa far seguito il prima possibile la discussione sul dissesto», spiega Luca Cipriano. «La mozione di sfiducia arriverà solo dopo la discussione sul dissesto – precisa. Anzi avevo chiesto alla capigruppo di calendarizzare la discussione sulla sfiducia per l‘ultimo giorno utile, il 26 novembre, in modo da dimostrare chiaramente, che nessuno vuole barattarla con il dissesto. Purtroppo la nostra proposta è stata bocciata e questo alimenta dei sospetti».

A differenza di Forza Italia, quindi, il suo gruppo è pronto a votare per il Rendiconto e si schiera contro la decisione dei forzisti di voler presentare degli emendamenti. «Non vorrei che stia creando confusione volontariamente per evitare che non si arrivi al voto del Rendiconto. Gli emendamenti hanno bisogno dei pareri di revisori dei conti, ragioniere capo e segretario generale. Quindi si rischia che la delibera sul Consuntivo sia costretta a riprendere il giro per farla tornare agli atti del consiglio. Se arriveranno gli emendamenti faremo le barricate in Aula – annuncia Cipriano. Mettere in campo degli espedienti per far saltare il tutto e mettere in bilico sia la discussione sulla mozione di sfiducia che sul dissesto, mi sembrano i giochi della vecchia politica».

La dichiarazione di dissesto è stata affrontata in capigruppo, ma sul punto il Partito Democratico è scettico come spiega Enza Ambrosone. «C’è un atto con parere non favorevole del dirigente alle Finanze che propone un piano diverso, mentre manca ancora la valutazione dei revisori dei conti. Non si può chiedere una professione di fede al Pd su un documento politico dei 5 Stelle».

Inoltre Ambrosone sottolinea come l’unico atto completo presente al momento e quindi calendarizzabile sia «la mozione di sfiducia, mentre per il dissesto serve il parere dei revisori dei conti che può arrivare anche dopo i 20 giorni. Quindi rischiamo di aspettare Godot». Motivo, questo, che spinge i democratici a chiedere di sfiduciare subito il sindaco, per rimandare l’eventuale dissesto al commissario prefettizio.

Inoltre anche la sconfitta alle Provinciali del centrosinistra non influenzerebbe la mozione di sfiducia: «Quel risultato impone al Pd di ripensare a se stesso e non alla mozione che, invece, nasce da considerazioni di posizioni politiche diverse tra di loro e si basa su un giudizio inappellabile su questa amministrazione».

Anche Nello Pizza, capogruppo de “I Popolari”, sottolinea come la mozione di sfiducia non sia in discussione «per giunta la prima firma è proprio la mia», ma si resta in attesa di conoscere il destino finanziario del Comune. «Sul rendiconto avremo un approccio laico – spiega Pizza – mentre per il dissesto dobbiamo capire se sia realmente l’unica strada percorribile, anche perché creerà molti problemi ai cittadini».

Sull’iter da seguire, invece, non ha dubbi: prima la discussione sul dissesto e poi la mozione di sfiducia: «Se dobbiamo dichiarare il dissesto, lo dobbiamo fare noi consiglieri comunali e lasciare poi eventualmente la città a un commissario».