Alle origini del gioco del Lotto

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Il gioco del Lotto ha una storia molto antica, che trae le sue origini a Genova nel Cinquecento. Era diventata usanza da parte del popolo genovese praticare scommesse, inizialmente illegali, sui nomi estratti per le cariche semestrali dei Serenissimi collegi: 5 membri su 120 eleggibili.

I nomi venivano inseriti in un’urna chiamata Seminario e per questo diventò noto come il Gioco del Seminario. La posta raccolta veniva distribuita per metà ai vincitori e l’altra metà restava agli organizzatori. L’evoluzione del gioco portò poco alla volta alla sostituzione dei nomi con numeri e alla riduzione di essi a 90. Il gioco non ebbe però vita facile: nei secoli successivi venne bandito a più riprese in parecchi Stati della penisola, soprattutto in quello Pontificio che lo giudicava contrario alla morale.

Il gioco continuò comunque a diffondersi e trovò terreno molto fertile a Napoli, dove approdò nel Seicento, inizialmente chiamato Seminario di Napoli, ispirandosi alla versione genovese, per poi assumere tratti propri e distintivi e diventando il Nuovo Lotto di Napoli.

Da estrazioni a cadenza annuale, attraversando periodi in cui il lotto fu anche qui proibito, il numero salì a 50 e il gioco venne reso finalmente legale, anche per garantire cospicui introiti allo Stato. Le estrazioni avvenivano di sabato e con grande solennità a sottolinearne l’importanza ormai acquisita negli anni.

Il lotto resta tutt’oggi a Napoli più che un gioco una filosofia di vita, un gioco alla fortuna in cui si intreccia il desiderio di vincita e di riscatto con le credenze popolari e le più antiche tradizioni.

La Smorfia napoletana

Un aspetto per esempio molto importante del gioco del Lotto è rappresentato dalla Smorfia, ovvero il libro che permette di interpretare i sogni e tradurli in numeri da giocare. Se per esempio si sogna un gatto il numero su cui puntare è il 3, mentre tutti sanno che le gambe delle donne sono associate al 77 e la paura al 90.

Le origini della Smorfia si perdono probabilmente nella Cabala, che significa tradizione, e nel misticismo ebraico.

Per facilitare una vincita, si è spesso ricorso anche all’aiuto dei Santi. Sono in molti a Napoli a cercare una vincita e che si rivolgono alle grazie del patrono San Gennaro, anche se il vero protettore del Lotto è San Pantaleone, un medico di Nicomedia diventato martire dopo la decapitazione nel 305 d.C. In suo onore pare si svolgessero particolari riti e preghiere, proprio per ottenere i numeri giusti da giocare.

Il Lotto ai giorni nostri

Le estrazioni oggi sono ormai diventate 3 a settimana: si gioca su 11 ruote e vengono ancora estratti 5 numeri su 90, proprio come si faceva anticamente a Genova.

Su una singola ruota si possono giocare un massimo di 10 numeri scommettendo sull’uscita del singolo numero (estratto) oppure di più numeri (ambo e ambetto, terno, quaterna o cinquina). Con la diffusione di internet, è possibile giocare al Lotto online da casa, forse perdendo qualcosa di magico della ritualità di un tempo, ma guadagnandone comunque in comodità.

La fatidica scelta dei numeri per i veri appassionati non è mai un atto casuale. Oltre al contributo dalla Smorfia, grande importanza rivestono in questo processo le statistiche delle passate estrazioni, che vengono spesso consultate nella speranza di farsi condurre ad una vincita sperata. Sono ad esempio valutati attentamente i cosiddetti numeri ritardatari, ovvero quelli che non vengono estratti da molto tempo e che innescano una febbrile attesa connessa a ripetute giocate. In tutto ciò non c’è molto di razionale, non esistendo una reale correlazione fra la durata del ritardo e le sue probabilità di uscita, ma in ambito di gioco, e soprattutto se si tratta del Lotto, la logica lascia il posto alla passione, alla scaramanzia e a secolari consuetudini.