Emergenza abitativa in città, la Cgil: “Serve un piano sociale”

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L’emergenza abitativa in città al centro del congresso del Sunia, il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Affittuari. “La situazione è peggiorata in maniera abnorme negli ultimi 10 anni, gli anni della crisi determinata proprio dalle speculazioni immobiliari”, precisa il segretario generale della Cgil Franco Fiordellisi.

“La necessità di un welfare abitativo è anche nelle corde della Costituzione Italiana con la tutela del diritto alla scuola, alla salute, al lavoro. Valori che non possono prescindere dalla casa”.

Attualmente in Italia ci sono circa 2 milioni e 100mila famiglie in stato di bisogno abitativo, di cui 700mila in emergenza abitativa. L’esplosione della morosità involontaria, incolpevole, si è centuplicata in questi anni per la crisi economica e per la perdita del lavoro.

La Cgil Avellino è per queste ragioni vicina agli ultimi, al bisogno abitativo, alla necessità di reinvestire nel welfare abitativo, “anche con una legislazione che rimetta in circolo le abitazioni necessarie, considerando che in Italia ci sono più di 31 milioni di appartamenti. La media familiare è di 3-4 unità, ciò significa che c’è un surplus di offerta che non si incrocia con l’esigenza basica di 2 milioni e 100mila famiglie”.

“Ad avellino si deve implementare il PIICS per la rigenerazione dei prefabbricati pesanti post sisma che – precisa Fiordellisi – sono una vergogna decennale, considerando anche, oltre alle infiltrazioni di acqua, in molti casi si registra anche la presenza di amianto. La politica non può solo declinare i problemi, li deve affrontare e certamente il decreto Minniti Orlando, ora legge 48 del 2017, e il successivo decreto Salvini sugli sgomberi degli indigenti non sono la risposta cercata dalla Cgil”.