Avellino – Irpino dell’anno: premiati Tranfaglia, Meoli e De Bonis

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Avellino – Riapre i battenti la sede storica della Prefettura di Avellino per la terza edizione del premio “L’Irpino dell’anno” indetto dall’emittente televisiva Canale 58. Il riconoscimento già consegnato, tra gli altri, a personalità del calibro di Nicola Mancino, Antonio Manganelli e Antonio Laudati, ha avuto come protagonisti tre “Irpini doc”: Angelo Tranfaglia, Caludio Meoli e Antonio De Bonis, rispettivamente prefetti di Bologna, Asti e Salerno.
Angelo Tranfaglia, Prefetto del capoluogo emiliano da marzo, è originario di Contrada paese dal quale è partito nel 1975 quando è entrato nel corpo prefettizio prestando servizio alla Prefettura di Perugina. Nel novembre del 1980, in occasione del tragico sisma, Tranfaglia rientrò in Irpinia con l’incarico di seguire, fino a febbraio del 1981, le prime operazioni di soccorso e di messa in sicurezza della popolazione. A Contrada il prefetto ha lasciato parenti e amici, ma soprattutto il ricordo di una persona speciale: Antonio Ammaturo, il vicequestore assassinato nel 1982 a Napoli dalle Brigate Rosse. “Ammaturo l’ho conosciuto nel ’73, quando prestavo servizio come commissario di pubblica sicurezza. Ricordo che era una figura di riferimento, un uomo di grande dignità e coraggio che non cedeva mai neanche al più minimo compromesso”– lo ricorda così – “Il dott. Ammaturo ha combattuto in prima persona la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo svolgendo, in particolare ad Ottaviano, operazioni ed arresti molto importanti. Riusciva a svolgere in modo eccellente il suo lavoro senza mai perdere la qualità più grande, la sua umanità. A testimoniarlo il fatto che ai suoi funerali parteciparono anche persone che lui aveva fatto arrestare”. Tranfaglia sottolinea l’importanza di coltivare la memoria di Antonio Ammaturo e di trasmetterla alle giovani generazioni; al vicequestore assassinato dalle Brigate Rosse in combutta con l’organizzazione di Cutolo, come molti sostengono, a Bologna è stata intitolata la nuova sala riunioni della Prefettura di Bologna.
Il secondo irpino premiato è Claudio Meoli, dal 2005 Prefetto di Salerno, che ricorda la sua esperienza ad Avellino dal 2000 al 2003: “Sono felicissimo di ricevere questo premio, ma soprattutto di essere in questo palazzo storico di Avellino. I lavori di restauro erano cominciati nel 1990 ma poi furono bloccati a causa di svariate problematiche legate alle ditte esecutrici. Fui io, da prefetto di questa città, a volere a tutti i costi che le operazioni di recupero riprendessero”. Meoli, di origini atripaldesi, sottolinea l’importanza del lavoro tra la nostra provincia e quella salernitana, in particolare l’attenzione e il lavoro di squadra delle forze dell’ordine dei due centri per contrastare la criminalità organizzata.
Il terzo prefetto insignito del premio è quello di Asti, Antonio De Bonis originario di Serino che ha sempre lavorato in città del Nord come Lucca e Bergamo. Anche lui felice di ricevere l’importante riconoscimento, legato fortemente a questa terra, dove torna ogni volta che può. A consegnare le targhe il Prefetto di Avellino Ennio Blasco e Gianni Raviele, prima giornalista RAI e poi direttore di Canale 58, che sottolinea la semplicità e al tempo stesso l’importanza di questo premio in una provincia, l’Irpinia, che semina i suoi figli in giro per il mondo a ricoprire incarichi, come quello prefettizio, di straordinaria importanza civica e morale: “L’Irpinia con la consegna di queste targhe – afferma Raviele rivolgendosi ai tre prefetti – vi stringe la mano, si felicita con voi e vi annovera tra i suoi più illustri figli”. ( di Rossella Fierro)

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