Mister Graziani si presenta: “Voglio che la mia squadra abbia una propria identità. Ora lavoriamo”

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Mister Archimede Graziani ed il Dirigente Sportivo Carlo Musa sono i nuovi tasselli del futuro della SSD Calcio Avellino.

Con grande umiltà ma tanta determinazione si sono presentati, questa mattina alla stampa, presso la sala conferenze del Green Park Hotel di Mercogliano.  Al loro fianco il Presidente Gianandrea De Cesare.

Hanno un solo ed unico grande obiettivo riscrivere la storia del calcio qui ad Avellino e ridare ossigeno, ripartendo dalla D, ad una squadra, ai tifosi e all’Irpinia.

Prima regola per mister Graziani è il rispetto, l’educazione ed il senso di appartenenza alla squadra e al territorio che rappresenta.

“Voglio che la mia squadra abbia una propria identità. Non dobbiamo adattarci a nessuno, abbiamo una nostra idea e proprio su quella lavoreremo”.

“In questo momento – ha spiegato Archimede Graziani – diventa fondamentale per il nostro Avellino avere un’idea tattica, un progetto tattico. E lo abbiamo. Il progetto tattico non è mai dato dai numeri, il calcio è fatto di principi. Io voglio dei giocatori che siano funzionali ai principi del calcio. Dopo si gioca a calcio. L’esperienza di Mantova mi ha insegnato che l’aspetto importante è che i giocatori che vengano siano da Avellino. La maglia dell’Avellino non è come la maglia di un’altra piazza. Se i calciatori capiscono che indossando una maglia rappresentano qualcosa allora andiamo d’accordo. Non chiedo nomi, chiedo che ci sia fin da subito un senso di appartenenza”.

Con un campionato di Serie D vinto con il Mantova, Archimede Graziani è pronto a cominciare, quindi, la sua nuova avventura sportiva.

Il tecnico toscano è giunto in Irpinia insieme a Maurizio Macchioni nel ruolo di Viceallenatore, Fabio Patuzzi in qualità di Preparatore dei portieri e Pietro La Porta come Preparatore Atletico.

“Spero di essere all’altezza di quest’avventura. Sarò sergente di ferro solo con chi sgarra ma se il gruppo capisce il peso della maglia andremo lontano. Ho sposato immediatamente il progetto di questa società. Ora a lavoro”.

Poi Graziani racconta “Mi è arrivata una telefonata da un numero sconosciuto mentre stato per fare la corsetta quotidiana. Dall’altra parte c’era il direttore sportivo. Ho rinunciato alla corsa e sono tornato a casa. Ho passato due giorni in totale fibrillazione e appena ho avuto il via libera, intorno alle 17.30, ho fatto la valigia e sono venuto qui. Ho l’impressione che questa sia una società eccezionale.

ESSERE UNA SQUADRA

“Rispetto a nove anni fa  – ha precisato Graziani – cambia il discorso dei fuori quota. Dobbiamo diventare una squadra. Non bisogna fare la differenza tra giovane e vecchio. Il giovane deve dare estro e briosità, il vecchio l’esperienza. Non bisogna mai colpevolizzare il giovane, mai”.

Prima di giungere nella sala conferenze, però, mister Graziani ha voluto salutare alcuni tifosi fermi all’ingresso dell’Hotel.

Alcune foto, strette di mano, una carezza ai bambini che con orgoglio indossavano la maglia biancoverde.

“Ho ringraziato i tifosi che erano presenti all’esterno dell’albergo. Ho sempre detto che sono loro la forza della squadra, sono loro l’Avellino. Meritano rispetto. Spero di essere all’altezza. Se sono io all’altezza siamo apposto tutti”.

IL CAMPO

“I campi sono tutti uguali – ha aggiunto mister Graziani –  se ci dobbiamo adattare al campo stretto ci adattiamo al campo stretto. Se dobbiamo giocare nel campo largo, giocheremo nel campo largo.

La vera difficoltà sarà entrare nel Partenio-Lombardi che è uno stadio importante.

I giocatori avranno il timore di giocare in quell’impianto e in questo io chiedo aiuto ai tifosi che devono essere bravi a non fargli avere paura”.

 

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